Sopra un giorno d'autunno

Ho Vivaldi nelle orecchie, il tepore del sole che lambisce la mia destra allungata sulla borsa nera, il passo leggero e non una cura come bagaglio a rallentarmi. Solo il cielo, alto fra due binari, e trecento metri davanti. Guardo la scena illuminata, l’aria è cambiata, guardo il mio riflesso sul display del pc e mi rivedo, due occhi che mi scrutano ad ogni cartellone avanzando e sui vetri zigrinati del barbiere si perdono, mentre penso che, da quando sono in piedi, sono stato troppo impegnato a non accorgermi di essere felice. Oggi sono felice. Claudio