Post

Visualizzazione dei post da 2017

La bestia (è) nel cuore

Immagine
Come al solito o, per meglio dire, come ero solito fare sino a qualche anno fa (quando mi dedicavo a queste pagine con maggiore assiduità), ho ripreso a "mistificare" volontariamente i titoli: il titolo infatti, non intende richiamare in alcun modo né il romanzo né tantomeno l'omonimo film della Comencini. La bestia intesa è un'altra e, solo alla luce d'un senso che largo comprende, si può intendere quale sia guardando la copertina di questo post. Voglio parlarvi ancora una volta di relazioni e di quella dinamica particolarissima e specificissima che è la dialettica amorosa fra un uomo ed una donna. Non però nelle sue linee più vaghe e generali ma in una determinata e ben definita: quell'atteggiamento, cioè, che altre volte ho definito da "crocerossina" . Camminando sotto la pioggia, qualche giorno fa, stavo riflettendo sulla natura dei rapporti tra un uomo ed una donna, soprattutto al principiare d'una relazione quando ci si studia e si dan

La terra dura

Immagine
- Che fischi? -mi dici con quell'aria di divertita curiosità e sporgendoti colle mani sul tavolo che mi sta innanzi. Una posizione tanto solenne quanto grottesca è l'aria che hai assunto facendomi la domanda. -Il Largo dall'Inverno di Vivaldi, Don. Mi piace molto, è curioso perché somiglia alla pioggia. Aspetta che te lo faccio sentire, è veramente breve. Tirando fuori il telefono, su questo mi piego intento nel ricercare su Spotify la migliore e più chiara esecuzione prima ed il punto esatto poi. - Sembra... -dice, un labbro serrato sull'altro, lo sguardo in alto, e poi mordicchiando brevemente il pizzetto prima di riprendere a parlare- ...molto dolce, sembrano tante goccioline d'acqua che scendono dall'alto. E, mimando il gesto con le mani, mi dai noia al collo, ben sapendo che soffro il solletico. Di rimando, mi giro per fartene anch'io e fendo solo l'aria. Un rumore, un tonfo. Un armadio si apre e voltandomi ancora ti rivedo lì, fisso nell

Sopra un giorno d'autunno

Immagine
Ho Vivaldi nelle orecchie, il tepore del sole che lambisce la mia destra allungata sulla borsa nera, il passo leggero e non una cura come bagaglio a rallentarmi. Solo il cielo, alto fra due binari, e trecento metri davanti. Guardo la scena illuminata, l’aria è cambiata, guardo il mio riflesso sul display del pc e mi rivedo, due occhi che mi scrutano ad ogni cartellone avanzando e sui vetri zigrinati del barbiere si perdono, mentre penso che, da quando sono in piedi, sono stato troppo impegnato a non accorgermi di essere felice. Oggi sono felice. Claudio

Sopra Giuseppe Cegnini, sacerdote

Immagine
Il busto sporto in avanti, appoggiato sui gomiti, le mani giunte alla maniera d'una prece e tutti osservi coi tuoi grandi occhi, che catturano tanta più luce quanto è la Grazia che rimirano in ciascuna delle persone che hai davanti: così siedi, scomposto, mentre noi parliamo. Inequivocabile modo in cui, lo sappiamo, tu pensi ed ascolti. E se il pensiero è un poco più profondo, se necessita che tu lo guardi un attimo dall'alto per ficcartici dentro più profondamente, allora ti rimetti composto sulla sedia incrociando le braccia ed i piedi, che si nascondono sotto la sedia (che flette le sue fragili gambe accogliendo la tua stazza), e con i denti cominci ad accarezzare il pizzetto, sovrappensiero. Poi, si crea un attimo di silenzio e tu parli, con quella tua voce profonda ed un poco roca, nella quale noi ravvisiamo la bonarietà d'un padre saggio sempre pronto ad ascoltare e correggere. Mai potrò dimenticare, nella mia vita spero lunga, il modo ed il tono con cui chiami il

La piccola croce di Ravacciano

Immagine
Mentre scompare all'orizzonte l'ombra del campanile di Ravacciano, e la sua croce si staglia luminosa dopo una lunga giornata di pioggia, ti penso, Signore, al finire di questo giorno. E penso a tutte le croci che verranno poste nei prossimi. Una di più, mi pesa sul cuore: è quella del piccolo Charlie, Signore, che tante volte avrai sentito nominare in questi giorni. Il piccolo Carletto, come affettuosamente mi piace chiamarlo, sta per morire e morirà amato, come Te, avendo i suoi genitori al capezzale. Una morte ingiusta, immeritata, in nome della "compassione" che tu ben conoscevi quando giravi a piedi da queste parti. Peccato che Tu, per compassione, le persone le guarivi: nel corpo e nell'anima. Avrai capito che tante cose sono cambiate, Signore, anche il significato delle parole che, perciò, non risponde più alla loro intima essenza: verrebbe da regalare a tutti un cofanetto con Bibbia e Dizionario inclusi! Te lo raccomando Signore, come pure vorrei raccoma

Il volto di Dio

Immagine
Studia le scienze che hanno condotto fin qui l'uomo: plaudi alla fisica ed alla matematica, mira l'alchimia e la chimica, scruta la metafisica e la letteratura, fìccati nella trama del mondo e nel cuore dell'uomo. Poi, immagina: il meccanismo profondo che muove l'universo come un ingranaggio, il muoversi delle foglie, le ragioni e le cause dell'esistere e dell'andare, gli infiniti sconvolgimenti dell'animo umano; tutti contratti in un solo e unico punto che catturi lo sguardo. Prendi la più bella visione estatica mai contemplata, moltiplicala per l'inimmagginabilità dell'infinito ed estendila alle soglie della misura più colma del tempo che tu possa pensare e più oltre ancora, fino all'eternità; e, se anche fossi riuscito a toccare misure incomprensibili all'uomo, avresti appena meno di uno spiraglio di ciò che sarebbe guardare in pieno il volto raggiante di Dio.

Come scrivere un romanzo di successo (e cercare di non mangiarselo per la disperazione) parte 1

Immagine
Se sei approdato qui, e mi stai leggendo, questo vuol dire che sogni come me (e come gran parte degli illetterati di questo mondo o dei professori frustrati che si atteggiano a grandi romanzieri o degli studenti di lettere) di scrivere un romanzo di successo. Prima cosa: le motivazioni. Ognuno di noi sogna di scrivere un romanzo di successo per un qualche motivo strampalato. Chi vuole tramandare il proprio nome ai posteri, chi si è stufato di insegnare il successo degli altri, chi ritiene di alzarci due spicci, chi vuole esprimere solo quello che prova (fatemi un favore, leggetevi un Harmony e toglietevi dai maroni!) e chi, ancora, pensa che se ce l'ha fatta un tipo come Moccia o uno come Giordano (tipi che somigliano più al Verga de " Se i Social Network fossero sempre esistiti " che ad Hemingway) allora possono farcela anche loro. Signori e signore: trovate la vostra motivazione, riconoscetevi e, se siete nelle prime quattro categorie, lo ripeto, levatevi dalle ball