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Visualizzazione dei post da 2014

Arrivederci gente, e grazie tante

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A qualcuno farà sicuramente piacere, ad altri meno. Chiudo Itaca . Quantomeno, lo sospendo. Itaca, questo spazio e queste pagine, è stato un bellissimo esperimento. Un momento di passaggio che ricorderò per molto, moltissimo tempo. Adesso però, si va avanti . Con Itaca chiudo anche un periodo della mia vita: deve essere che, quando si è più o meno felici , ci si scoccia di tormentare le persone con le proprie lagnanze personali e si decide di vivere la propria vita. Emozionante o meno, che sia. L'importante, credo, sia poter dire alla fine dei propri giorni: " Ho vissuto ". Sono più o meno felice, ve lo confesso. Ho smesso di scrivere da moltissimo, ve lo faccio notare. Significativamente, penso che avrei potuto intitolare questo post anche "Passaggi" perché non si chiude solo un periodo simbolico della mia vita ma anche uno pratico, fisico, elementare: lascio Siena . Lascio Siena perché, come molti sapranno, sono alla soglia della Laurea e, restare qui pe

Intrappolare la luce

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Credete sia possibile intrappolare la luce, possedere il Sole? Credete sia possibile appropriarsi della bellezza di un raggio e porlo nella propria faretra come dardo d'amore? Se tanto bella è la grazia e la pallida virtù della Luna, quanto allora lo sarà lo splendore magnificente del Sole? Sostengono, alcuni, che Dio, fatto stanco, abbia dimenticato questo nostro mondo ma la verità è che la presenza e l'adorazione passano attraverso lo sguardo di chi contempla i tramonti, con la consapevolezza che, mai identici fra loro, siano l'opera del Grande Artefice che si fa ricordare alla nostra memoria. Ringraziando, il Cielo è tanto vasto da poter contenere ogni tela da Lui dipinta, dal principio della Storia fino ad oggi: un grande museo, di arte sempre contemporanea. Ma, ritornando a noi, è possibile -mi chiedevo- intrappolare la luce? È possibile, fra le mani, tenere questa vicina stella che arde? Non rischio di bruciarmi? Non dovrei, io stesso, possedere mani intessute

Sotto gli ombrelli, ancora

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A Monica Piove. La luce sul selciato bagnato mi tiene compagnia mentre attraverso, solo, questo inestricabile groviglio di vita e pietre. Mi ricorda, questa luce, la luna del mio mare. E la mente corre a luoghi che non dovrebbe ricordare, a volti che non dovrebbe osare, a pietre che hanno più perché di un gesto. Piove. Per un attimo, un attimo solo, aveva smesso. Adesso riprende, ed è come principiare nuovamente. Principiarsi : un battito senza colpi a perdere. Piove. Ma sotto gli ombrelli non ci sono mai uomini soli: l'ombrello è ancora caldo, di una mano che non è la mia; la mia bocca è finalmente sazia, di quelle ardenti parole silenziose che muovono le labbra sole; i miei occhi sono finalmente pieni, di un volto che non è finalmente più mio. Piove. Lo senti?   È  solo un rumore, il nostro. Quello del nostro cuore, unico, che ha cessato i due battiti distinti. Se accosto la mia mano al tuo seno , o se vi giaccio come un fanciullo, è mio il cuore che sento; se mi po

Faro

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A te, il mio fulmine Dammi una finestra da guardare! L' Amore è rifugio per le anime in tempesta. Il suo arrivo è inaspettato ed improvviso, quasi difficile da credere ma ti coglie così. È  un lampo, lontano, in un cielo estivo nuvoloso. Non ti accorgi del suono perché non c'è, non puoi. Nessun tuono sconquassa la tua vita, nessuna pretesa roboante. Non sai che c'è fin quando non alzi gli occhi al cielo e, scrutando l'orizzonte, non ti avvedi di quella luce che trafigge la tenebra che ti opprime. - "L'Amore, Claudio, è un fortunale" -mi ha detto una volta una persona saggia. Le credo come si crede ad un padre che ti stringe amorevolmente, orgoglioso. Amare , è elettromagnetismo non chimica: nessuna reazione chimica nel cervello, nessuna emissione di ormoni. È  una tempesta di fulmini al suo principiare, è la magnifica virulenza che ci scherma dal vento solare di questo mondo. L' Amore , è avere una finestra da guardare. Fermarsi poco dopo

La finestra araba

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- Per questo -prendo un grosso respiro e mi inginocchio, aprendo la scatolina-    Elisa D'Agostino,  vuoi farmi l'onore di diventare mia moglie? Segue un lungo, interminabile, silenzio in cui mi pare di leggere sul suo volto espressioni contrastanti. Nei tratti ed in ogni singola linea del suo viso, finanche nelle piccole rughe che disegnano l'impronta unica dei suoi occhi, mi pare di cogliere ad intermittenza l'accettazione o il diniego. I suoi tratti, ora, si distendono. Elisa si alza, mi viene innanzi, si inginocchia e mi prende le mani fra le sue: - Claudio, ascolta, io... Tre giorni prima L'aria è torrida. Questi anticipi di estate, che mai ho amato, mi fanno rimpiangere gli anni passati, quando in Maggio la pioggia frustrava gli intenti dei liceali, convinti che la scuola fosse finita prima ancora del suo termine ultimo. Comunque, poco male, non sono sul mare e la montagna lenisce il mio affanno. Prendere l'auto, la mia -pardon, la nostra , mi d

Solo, poi

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Ho pensato molto in questi giorni, dopo " Il pianeta e l'orbita ", a cosa fosse più giusto dire o pubblicare per non lasciare in sospeso un discorso che, velatamente, percorreva tutto il precedente testo. Non sono, però, stato in grado di darmi risposta. Non sono stato in grado di riprendere le fila di un discorso tanto complesso che non saprei bene da che parte collocare e come, nella storia di queste pagine, ben si possa inserire. Diversi pensieri mi sono, allora, corsi alla mente: l'idea di scrivere di totalmente altro, l'idea di riprendere con qualche discorso più impegnato, l'idea di chiudere il blog (che mai mi abbandona). Trovare, insomma, un modo per dare un senso a queste ciarle. Ho cominciato a pensare all'intento iniziale con cui aprii il blog, quello di dimenticare Silvia e riprendere l'esperienza de " il grano sussurra... " , e l'intento con cui cercai di ridargli una spinta non molti mesi fa: quello, cioè, di scrivere d

Come il pianeta e l'orbita

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- Pronto? Oh, nonna! Ciao! Mmh... ma sì, ma sì, stai tranquilla. Io ed Elisa dormiamo in albergo, tranquilla. Come? Oh, sì, certo, certo. No no, affatto, figurati. Non sogneremmo mai di farcene. Sì, tranquilla, Elisa lo sa, lo sa. Tranquilla nonna, tranquilla. Va bene, va bene, promesso. Allora domani siamo a cena da voi. Perché a cena, dici? Perché io ed Elisa abbiamo altri programmi per la giornata di domani. Dove la porto? Non posso dirtelo, in camera c'è anche lei. Questa sera? No, abbiamo una prenotazione. Ma sì, ma sì, lo so anch'io che un ristorante non è come casa ma dobbiamo proprio andare. Va bene, va bene allora. Ciao, un bacio, a domani sera. Ciao nonna, ciao. - Tua nonna?- esordisce entrando nella stanza. - Che? Ah, sì, sì, mia nonna, come sempre. - E che voleva? - Mah, lo sai: si chiede perché dobbiamo stare in albergo se abbiamo una casa in cui possiamo stare. - Beh, me lo sono chiesta anch'io, a dire il vero: -si volta verso lo specchio cercando di