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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Una margherita per Elisa

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Elisa sa e ciò mi rattrista. Zippora ha parlato. Oh, non gliene faccio una colpa. In quelle circostanze forse avrei parlato anch'io o forse no. Onestamente non saprei dirvi. La questione è complessa. Preferivo stare accanto ad Elisa in silenzio. Cercando, col tempo, di poter far sì che mi donasse la sua fiducia e la sua amicizia. Ma così è più difficile, si gioca a carte scoperte. Non amo giocare a carte scoperte. Non so, forse è solo paura di un certo (sicuro) rifiuto. Sì, paura. Perché, nell'anima, l'ultima grande delusione ancora mi brucia profondamente e fra sei mesi saran passati ormai due anni. Ancora brucia. Incredibile cosa riesca a fare una donna ad un cuore d'uomo. Zippora mi accusa d'irrealtà, di mistificare la realtà immaginando ed idealizzando Elisa come invero non è. Che anzi, questa condizione potrebbe essere proficua perché giocare a carte scoperte vuol dire sapere cosa si pensa rispettivamente l'uno dell'altro, avere un rapporto o

Giusti Elogi

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Alla cara amica Zippora , per l’affetto e l’obbligata devozione che le porto. Miei amati, ritorno a voi dopo qualche giorno dall’ultimo post e dagli auguri pasquali. Per chi di voi mi segue da “ il grano sussurra ”, avrà riconosciuto in questo titolo un omonimo di un precedente già presente nel vecchio blog. Ebbene, come per quel blog, anche qui questo post è dedicato ad una cara amica: diverse le circostanze ma simili le parole. Perché questo elogio? Come suggerisce lo stesso titolo, per giustizia. Perché sia adempiuta ogni giustizia. Un elogio è giusto quando meritato e non sono certo io a dire che questo mio lo sia: come recita il libro dei Proverbi, infatti: “Datele del frutto delle sue mani /e le sue stesse opere la lodino alle porte della città” (Pr 31, 31) Ebbene, le sue opere, le sue azioni parlano per lei. E l’azione di grazia che questa donna gentile ha mosso verso me, la rende oggetto di questa umile e bassa lode. Umile e bassa, perché le mie parole sono imp

Il sepolcro vuoto: augurio pasquale

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Carissimi, nei nostri giorni anche noi siamo spesso come le donne del Vangelo. Ci dirigiamo sconfitti e con una mesta certezza verso il sepolcro della nostra Speranza, adempiendo al più sacro dei doveri ma senza aver capito fino in fondo cosa voglia significare quel “Risorgerò!”. E quale sgomento quando, trovatolo vuoto, ce ne meravigliamo e piangiamo smarriti. Amici, un sepolcro vuoto non è in attesa d’essere empito. Quel giorno, quel sepolcro aperto, era il cuore di Dio immensamente grande che si spalancava al mondo. Cuore che continua a restare aperto, per noi. E con questa certezza, andiamo gridando: “Il Signore è risorto davvero! Alleluia!”. Claudio