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Visualizzazione dei post da 2011

Lieto Natale!

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Carissimi, la salvezza che ci è stata preparata risplende quest'oggi più fulgida che mai. Come i pastori vegliardi, così la gloria del Signore avvolge anche noi e ci consegna, nelle nostre miserie quotidiane, il "segno" più grande (e profondo) del Suo Amore: quel Dio Incarnato che ha scelto di nascere in una stalla. Tra le miserie del mondo, tra le macerie dei cuori distrutti. E reietto, ieri come oggi, perchè in alcuni cuori davvero sembra non esserci posto. Ecco, anche in questi cuori Dio non domanda molto: uno spazio, anche misero. Anche solo una mangiatoia, al pari d'un animale. Voglio, dunque, augurarvi  di trovare un poco di spazio per questo Dio, così piccolo e così grande. E davvero sia pace a tutti su questa Terra, perchè tutti Lui ama. Lieto Natale Claudio

Per gli occhi di una donna

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Per gli occhi di una donna, forse, venderei l'anima. No, non al diavolo che l'acquisterebbe per* la sua carne e la mia felicità. No, non alla morte ristoratrice ché questa da lei mi trarrebbe via. A lei sola, alla mia donna, la venderei per uno sguardo degli occhi suoi: per** la profondità di quelle belle silve, Amadriadi, mi chiamano con danze ammalianti. "Vieni, mortale, e saprai cos'è una ninfa. Vieni, mortale, e saprai cos'è l'eternità." E giocano con me ad un rimpiattino che negli occhi belli sono luci che s'animano danzando. Per gli occhi di una donna, forse, annegherei la tacita ostilità che insistente taglia il mio cuore. Rinunzierei agli onori e agli altari, al servizio che struggendomi amo e odio perché mi vuole inchiodato, ma non a lei. Per gli occhi di una donna, forse, smetterei di sognare. Ché solo un sogno può, ora, dire ch'ella ami quel cuore di chi arde per lei: una tale sogno basta al più ardito dei poeti, quelli che incamminano

A Maria Immacolata

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Carissimi, perdonate quest'augurio, giunto quest'anno così in ritardo. Maria, madre spirituale di ogni vivente, madre del Creatore e creatura ella stessa diviene con il suo "sì" il modello perfetto di santità terrena a Dio gradita: primizia d'Israele, il suo accogliere (cioè "tenere in sè", "serbare" come dirà poi Luca) la Parola era già scritto prima di ogni tempo. Nel disegno dell'eternità, a Dio solo noto, una donna aveva già a-colto la Parola che diventava Verbo incarnato nel suo grembo. Accoglieva nel suo ventre caldo Dio, nella forma a noi più simile. Se oggi contempliamo Maria senza macchia è certamente per volontà di Dio che ha voluto renderla modello di ogni mortale donandole la Sua Grazia ma anche per volontà di questa donna che nella sua miseria, nella sua fragilità, nel non capire il disegno divino, si è rivelata straordinaria interprete di ogni umanità: fragilità e paure comprese. La forza di accogliere, di spalancare le porte

Povertà

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Miei amati cari quattri lettori, questo post ha avuto spunto da un'affermazione sentita solo ieri, per caso. La riflessione è stata un lampo che mi ha attraversata la mente e così l'ho messa su carta. Oggi la condivido con voi: L'incredibile risultato che questa società, profondamente cristianizzata, è riuscita a produrre è quello di considerare, prima volta nella storia, i poveri come i ladri della società. La povertà considerata come un male, una sanguisuga per il ricco ed opulento sistema capitalistico. Questo sistema profondamente "cristiano" (come ammette di essere) produce povertà, miseria e fame eppure sono gli affamati i ladri, i poveri coloro che indebitamente prendono, i miserabili coloro che devono provare vergogna della propria condizione. Così per loro è riservata una porta secondaria, una seconda porta, non gli ingressi principali. Non quelli dei signori ben vestiti. Entrano di nascosto, atterriti dalla loro stessa condizione che non hanno voluta. E

Il diritto di chiamarmi Francesco

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Qualcuno, anzi qualcuna, ha acquisito oggi uno strano diritto: quello di chiamarmi Francesco. Non voglio essere esplicito. Quando parlo di me desidero riservarmi il diritto di essere un poco enigmatico. Ebbene questa amica a me molto cara ha acquisito questo strano diritto. Perchè mai? Semplice, perchè lei, quasi come profetessa, non molto tempo fa così mi chiamò e quest'oggi posso dire di sentirmi davvero così. Il Francesco che io e te ben intendiamo, amica mia, proprio lui. "Il mio piccolo P*******" così dicesti e quanto è vero! Quanto è vero! Vero, perchè come lui sono diviso non da un dilemma simile ma dallo stesso identico dilemma. Identico. Tuttavia comprendo che tutta la mia felicità sta, e sempre starà, nella scelta che farò. Lo stesso identico dilemma del celeberrimo Francesco. Identico perchè anch'io mi sento così: diviso, frammentato fra due cose così differenti fra loro. Anzi, due "persone"; mi sia concessa la parola. Frammentato, diviso come no

Fame di voce

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Che cosa accade quando uno ha fame? Semplice, si sfama per placare i dolori che questa gli provoca. Che cosa accade quando uno è sazio? Semplice, non ha più fame. Quanti di voi, cari quattro lettori, hanno realmente sperimentato la fame? Quanti di voi sanno cosa sia? Quel tarlo che, lentamente, da dentro ti divora la forze, te ne priva. Perchè quando il corpo non può mangiare null'altro, allora inizia a mangiare se stesso, inizia ad aggredire se stesso. Viola un principio che, nonostante tutto, rispetta: quello dell'autoconservazione. Naturale istinto di chiunque a conservare se stesso: il corpo è così. Si mangia per conservarsi: brutale ma veritiero. Voi, avete mai avuta davvero fame? Avete mai provato quella sensazione che vi avvolge, la consapevolezza di non avere cibo, nulla con cui sfamarsi o sfamare i propri figli? No, probabilmente no. Nè voi, nè io, sappiamo realmente cosa sia la fame. Perchè? Perchè quando, appena, lo stomaco ha preso a fare un poco di capricci, subit

Certi padri ingrati

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Certi padri ingrati, come lo son io, miei amati cari quattro lettori si dimenticano presto dopo l'eccitazione iniziale dei proprio figli e dimenticano la gratitudine d'essere stati con questi ricompensati dopo aver protratto un solo, unico, piacevole sforzo. Ebbene, voi siete i miei amati figli, cari lettori, io il padre ingrato ed il piacevole sforzo è questo blog che vado sempre più abbandonando. Dimentico le radici, le origini: forse è la realtà che va pian piano occupando maggiore consistenza temporale, forse è la mia noia dei giorni, forse è lo sforzo poetico che vado dispensando con carta e matita per dare isfogo ad un'interiorità dirompente: sia qualunque cosa, in egual modo vi chiedo scusa e torno a scrivere dopo questo lungo silenzio. Brevemente tratterò di me, per poi passare ad altro in un successivo post: la vita procede, attraverso molti testi e molto studio. Le giornate si susseguono, apparentemente tutte uguali e tutte diverse, scandite dai libri, dalle lezi

Perdonate l'assenza (lettera breve)

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Perdonate l'assenza, sì, son sempre io. Non ho dimenticata la vostra presenza. Ci sono affari, lo sa Iddio, che hanno richiesto un po' di pazienza.   I ricordi son duri a morire e questo mese è stato nefasto e funesto, troppi ricordi: ancora troppo affetto, per me che pensavo d'aver già scelto. Ho composta una lettera, d'amore e di dolore, con questa vi chiedo scusa e vi rimando alla prossima ventura. Lettera: ma a chi? Amore della mia vita, dove sei? T'ho visto fuggire in un'ombra nera e frangerti contro la parete luminosa del mio desiderio d'amore. T'adoro, quanto lo sai: lo sai nei miei silenzi che erano, sono, estatica adorazione. Rapita contemplazione di un mistero d'amore che t'ha reso carne vivente. Con te berrei vino e miele ma la vita è fiele che tu hai reso più leggero con il tuo amore per me, con la tua presenza. Amore; usarlo tante volte è quasi uno spreco ma non qui, non ora, perché non c'è altra parola, ne sono certo,

I sosia

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Miei amati cari quattro lettori, è qualche giorno che medito di scrivere questo post per via di ciò che fra poco vi dirò e che vi parrà ovvio. Dovete sapere che mi ritengo, anzi sono, una persona profondamente nostalgica. Sì, per quanto mi riguarda ho nostalgia di ogni cosa, spesso anche di oggetti inanimati. Non so ben dirvi per qual motivo questo: probabilmente sarà dettato dal senso di sicurezza che i vecchi oggetti donano. Quel sapere che quell'oggetto, quella cosa, quell'edificio, era lì prim'ancora ch'io venissi al mondo; ecco, mi da un senso di profonda e calda sicurezza, mi dona calore al petto e questo mi fa stare bene. Tuttavia sto divagando: vedete, credo sia colpa della nostalgia se continuo a vedere in strada persone che conosco e che per certo so avere lasciate a casa. Nella mia bella terra Pontina. Quando qualche giorno fa è capitato per la prima volta credevo fosse vero: stavo per gettare un gridolino e andare con gioia incontro a quella persona che ave

La voce cattolica

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Cattolici di tutta Italia! Il Santo Padre ci chiama e ci rivolge un invito impellente: formare nuovi giovani, nuove generazioni, che muovendosi nei valori del Cristo siano formate ed informate al sociale e verso il sociale! E' ora di riportare in auge le scuole di politica tante bistrattate, anzi di farle risorgere dalle ceneri che questi ultimi vent'anni hanno gettato loro sopra. Togliamoci di dosso il marchio infamante che ci hanno addossato a prendiamoci le nostre responsabilità. A tutti i formatori in grado di farlo: non abbiate timore di prendere i giovani sotto la vostra ala, insegnate loro a guardare e vivere la società, il sociale, il reale! Insegnate loro ad agire secondo quanto Nostro Signore ha fatto! Insegnate loro i criteri della disponibilità, a prodigarsi verso l'altro profondendo le proprie energie anche nell'impegno politico: non per il potere ma per il BENE COMUNE! Insegnate loro che cambiare si può! Con i mezzi che ci fornisce la legge e lo Stato, fa

Il matrimonio pugliese (pt. 1)

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Miei amati cari quattro lettori, v'avevo promesso che poco per volta avrei trattato molti temi che avevo lasciato indietro nel tempo ebbene è giunto il tempo di parlare del matrimonio pugliese, ormai entrato di diritto nella mia mente come ricordo e per giunta ricordo prepotente. Andiamo con ordine, chi sono gli sposi? La sposa è una professoressa di Lettere, supplente durante il nostro terzo anno di Liceo, che è rimasta cara al mio cuore ed evidentemente questo povero naufrago deve anch'egli averle lasciato qualcosa nel tempo (benchè mi chieda cosa, non ho poi così molto da dare): non avrei altrimenti potuto sperare d'avere la sua amicizia prima e la partecipazione a questo evento così importante per la sua Vita, poi. A questo punto passiamo allo sposo: lo sposo è un martire. Si è votato a seguire nostro Signore sul Calvario solo che, essendo passata di moda e la flagellazione e la crocifissione, ha scelto la via più lunga eppure di sicura riuscita: il matrimonio. Ah, Mic

ΑΝΑΓΚΗ "Fatum"

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“Su questa parola, è scritto questo libro…” Queste sono poche parole della breve introduzione che Victor Hugo scrive per “Notre-Dame de Paris” che insieme a “I Miserabili”, scritto successivamente, rappresenta il suo maggior capolavoro. Vi confesso, miei amati quattro, che la mia passione per Notre-Dame è nata per puro caso: essendo in macchina con Don Vitale inserì un cd nello stereo dell’auto. Erano le canzoni del musical di Notre-Dame de Paris con i testi di Luc Plamondon e le musiche del nostro Riccardo Cocciante. Non so come ma me ne sono subito innamorato: forse per via dei temi, delle canzoni che (cosa strana) apprezzo, i contenuti fortemente simbolico-sociali del musical e quelli, diversi ma ugualmente forti, del libro. Insomma, me ne sono innamorato e così ho comperato e ascoltato tutto il cd ossessivamente per giorni: sto parlando degli ultimi giorni di giugno, fino ad oggi. Ho impiegato poco ad imparare tutte le canzoni a memoria. Ossessivamente e ossessivamente, ancora

Una catena

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Miei amati cari quattro lettori, vi sarete accorti che sto pubblicando massicciamente: ieri ho scritto due post, oggi questo è il secondo. Vi prego di leggere quello che lo precede perchè è davvero molto importante.   Insomma, sto pubblicando a catena e fra qualche ora pubblicherò un altro post. A dopo, Claudio

Qualche appunto nervoso

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Oggi sono nervoso, molto nervoso, arrabbiato, quasi adirato. Con chi? Con voi, cari quattro lettori. E' da un po' che controllo le statistiche di questo blog e c'è qualcosa che non mi piace: non commentate, non scrivete, siete totalmente assenti e sembra che le letture che più vi attraggono siano le lettere scritte a Silvia! Questo non mi sta bene! Troppo comodo ricopiare due parole o ammirarle! La cosa mi ferisce profondamente: vi pensavo lettori differenti ma siete come gli altri: lettori e osservatori distratti. Per cosa siete qui? Per condividere questi pochi pensieri con me e partecipare ad una discussione costruttiva, oppure per quelle quattro parole scritte ad una donna traditrice? Parole che non hanno alcun valore. Non possono averlo per voi, perchè non vi toccano. Non vi riguardano, riguardano me ed io pubblicandole ho voluto svilirle. Non costringetemi a cancellarle! E che non vi venga in mente la brillante idea di fare copia-incolla per salvarle: le proprietà le

Universitatis Senarum Studiorum

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Miei amati cari quattro lettori, ebbene sì, dopo molto patire sono qui, a Siena. Sapete, i problemi per ricercare l'alloggio all'ultimo momento sono stati molti poichè quando mi immatricolai e feci richiesta al DSU di borsa di studio, non mi venne comunicato che le assegnazioni ci sarebbero state solo alla metà di ottobre per cui eccomi qui. Stanco per aver corso per mezza Siena tutto il giorno avanti e dietro per fissare un alloggio, o cercare un vocabolario di latino (domani ho il test), o ricercare le sedi della facoltà. Sono davvero molto stanco, ve lo confesso. Sono arrivato qui ieri e mi sono sistemato nella foresteria della Residenza Universitaria di via delle Sperandie, tuttavia lì sarei potuto stare solo dieci giorni. Qui, invece, dove sono ora, posso attendere l'assegnazione dell'alloggio prevista per la metà di ottobre e nel frattempo vivere in condizioni migliori. Sono in camera con un ragazzo americano: ora, cosa che non vi ho mai confessato è l'astio

Addio terra Pontina

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Addio, terra Pontina. Ti tradisco per i dolci colli toscani e mi vedrai tornar profugo in patria, clandestino da te che m'hai dato i natali e solo tanto mi dispiace: non averti reso ciò che m'hai dato. M'hai dato illustri natali, la gente e le voci dei miei luoghi, le belle mura della mia Chiesa bianca e pura e la sua linea pulita, gli anni della giovinezza pazza e spensierata, i crucci dolorosi e gli amor perduti, gli amici fidati, il mare bello che vide Ulisse e la terra feconda e carica di filari. E non ultima, la mia Azione Cattolica. Saluto voi, che siete stati a me vicini e sicuramente cari al mio cuore. Ti saluto bella terra. Partoristi un figlio ingrato eppure riconoscente. A tutti, un affettuoso abbraccio. Claudio

L'eterno ritorno

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Miei amati cari quattro lettori, vi porgo le mie più sentite e sincere scuse ma ultimamente ne sono accadute così tante che non ho avuto momento da dedicare a voi e a questo angolo dei miei pensieri, così come alla scrittura in generale: anche il mio diario è stato accantonato. Beh, forse il titolo più corretto per questo post sarebbe stato "Eterno ritornare": il mio eterno ritornare. A voi, che con pazienza attendete questo povero isolano quando, di tanto in tanto, scompare sommerso dagli impetuosi flutti della vita. Come avrete quindi capito il filosofo tedesco Nietzsche non c'entra affatto. Credo stia diventando mia abitudine "mistificare", utilizzare, alcuni titoli per indicare ben altra cosa. Sarò onesto, quest'oggi infatti non voglio farvi false promesse: forse tornerò più tardi con un nuovo post. Ho così tanto da scrivere: su Don Giuseppe, sul Campo Unitario, su Siena e l'Università, su Don Luigi, sul matrimonio pugliese, su alcune decisioni pres

Scuse ai lettori

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Miei amati quattro, vi faccio le mie scuse più sincere: avevo promesso che avrei scritto intensamente ma molte cose sono accadute ed a breve vi svelerò tutto. Forse domani, forse tornato dal matrimonio in Puglia per cui partirò domani. A presto, Claudio

Surrexit Dominus vere

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Questo post oggi non era previsto e scriverlo m'addolora. M'addolora profondamente nell'anima: oggi, una delle mie care compagne ha subito un lutto in famiglia. Sapete, anch'io ho avuto i miei lutti ma non posso dire di capire pienamente, perchè non è mai stato alcuno che io abbia amato fortissimamente e  intrecciato a me in modo indissolubile. I lutti cambiano le persone. A questa compagna, a questa amica, sì, amica, io dono ora le mie preghiere per sua nonna che è tornata al Padre, la mia compassione ed il mio amore amicale nell'ora del lutto e della prova. La mia spalla su cui piangere e le mie parole di conforto. La morte, difatti, non è che il principio. Nella seconda lettura di ieri, lo diceva Paolo: § Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitor

Crescere: vecchie riflessioni a pochi (e nuovi) passi da Siena

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Miei amati quattro, lo avevo promesso e cerco di mantenere questa promessa: perciò, ad un giorno dall’ultimo post, eccomi nuovamente qui. Quello che vi avevo promesso, nell’ultimo post su Siena, è che sarei tornato con delle riflessioni già fatte. Questa, in particolare, è quella più significativa: risale a pochi giorni al termine della scuola ed è tratta da una improvvisa e subitanea presa di coscienza. È una pagina del mio diario. Solo qualche appunto: non ci sono formule come “caro diario” e simili. Ogni riflessione, benché in terza persona (quasi scrivessi a qualcuno), è rivolta a me stesso. § Giorno… Il primo giorno di una nuova consapevolezza… IV/ VI/ MMXI Crescere (inevitabile) Appena il professore se ne è andato si è rotto qualcosa. Non so cosa, non so dirlo, non ho mai saputo. La mia simbiosi con qualcosa di profondo e che è cresciuta in me col tempo, è venuta meno. Mi sembra di essere a brandelli, di star perdendo pezzi, di andare gradualmente in frantumi, giorno dopo