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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Quattro mesi

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E com'è crudele il tempo, che tende sempre a ricordare se stesso. Non trovi? Claudio

Tra le braccia

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Pochi giorni, che s'appressano, mi vedono lontano dalla mia bella terra, dalla mia bella casa, dalla mia bella Chiesa. Sì, mi manca la mia Chiesa, più ancora che la mia stanza, più ancora delle stesse mura che m'hanno visto crescere. In fin dei conti, anche queste, quelle, mura m'hanno visto giovane virgulto e arbusto resistente: possano, un giorno, vedere la quercia che sarò. Mi manca casa mia, la mia Chiesa. E la mancanza diviene mancanza fisica, assenza, presenza di un corpo inconsistente. Tra le braccia, è tra le braccia che vorrei stringere, la mia Chiesa. Tra le braccia l'assenza si fa più acuta e le sue poderose colonne, che sembrano abbracciare me, l'abbracciare quelle mi manca: il ricordo degli abbracci, pelle contro pietra, carne viva contro alte mura vibranti ed oranti. Quello mi manca . Sento un'assenza, un'assenza... Tra le braccia sta la mia assenza, il fantasma di chi vorrei stringere. E lo stringere quella, impossibile, diviene all

La chiave e la porta

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Sei qui . Ti avvicini. E segui la parete nera. E vedi una porta. E la tocchi. E la porta è socchiusa. E la parete vibrava al tuo tocco. La stanza era chiusa. Chiusa .  Toccando la parete, forse, l’hai aperta. Sembra che sia un varco vivo (per dove?) . Hai toccata la porta. E la porta è socchiusa. E il tuo tocco la apre. E la stanza è buia. E tu muovi un passo appena. Ma la stanza è ancora buia. E il pavimento sembra vibrare, ancora, sotto il passo tuo incerto. E il passo è incerto. E la stanza ancora buia. Il piede nudo tocca il pavimento. Un momento . Ristai ancora lì, un momento , ed esci. E la stanza è buia, e la stanza è vuota. E tu non ci sei più. Ed il tuo passo si è ritratto. Sei rimasta lì un secondo appena, a soppesare quanto quel buio, quel bacio , ti spaventasse davvero. A considerare quanto ti fosse necessaria la luce. E la porta era aperta. E tu ti sei ritratta. E forse la luce si sarebbe accesa. E forse avresti visto. Ma cosa? E l

Last chance

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Non c'è più tempo, è l'ultimo. L'ultimo momento concesso. L'ultimo momento per poter parlare, per poter dire ancora una parola. L'ultimo momento, altri non ce ne saranno. L'ultimo momento concesso per poter dire. ancora. solo. una. parola. Non posso, non potrò concederne altri. I silenzi pieni di parole, una volta, erano la mia specialità: adesso, invece, sono assordanti enigmi da decifrare. Sono stanco di enigmi: ho bisogno di vivere con chiarezza, nella chiarezza. Ho bisogno che la luci baci la mia vita. Un'amica, di recente, mi ha detto: "Lì fuori è tutto così dannatamente complicato, lo sai." Lo so, ma questo è semplice. Deve esserlo. Perché ho bisogno di respirare, di muovermi, di starne dentro o venirne fuori. Sono ancora qui, fermo, a dire la possibilità che hai di parlare ancora. Non è un ultimatum. È  il mio dirti che, contro la mia volontà, mi sono incamminato. Contro la mia volontà, il mio cuore si è mosso. Non riesco