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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Ripensando ai tuoi occhi...

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Ieri, per qualche attimo solo, mi sono concesso di pensarti ancora in quel modo: con quella dolcezza infinita e quello sguardo tenero che solevo portarti quando si stava assieme. Non c'è, mi affretto a precisarlo, alcun ritorno di fiamma. C'è una cosa che m'ha riportato a quei giorni, una sciocchezza: solo qualche nota che allora, come ora, mi riporta alla mente cose grandi e fa grande il cuore. Diversi mesi addietro , lo ricordo, dissi che fra me e te non c'era mai stato alcunché, che non ci si era mai davvero amati. Tu, col tuo atteggiamento da crocerossina ed io, con... ...a ben guardare non ho scritto chiaramente di non aver provato niente per te, forse non trovavo motivazioni serie: beh,è perfettamente in linea con quanto sto per dire. T'ho amata, e molto, ed anche tu m'hai amato. Qualche mese dopo quel post, ho avuto modo di incontrare una nostra comune amica. Pensavo, ne ero cero, di aver chiuso con te con quelle poche righe, d'essermi getta

Lettere d'amore in ascensore

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Il periodo, al riguardo, è davvero prolifico miei amati. Come ben saprete (o come avrete avuto modo di capire) scrivere mi fa sentire onnipotente. Lo so, lo so: comprendo bene di dover fare atto di umiltà ma, francamente, io e voi ci conosciamo da troppo tempo perché possa mentirvi in modo così spudorato. Non dico di saper scrivere come un dio, questa sarebbe vanità distillata ed allo stato più puro, tuttavia mi rendo conto del carattere benefico che la scrittura esercita su di me e che, le parole, costituiscono un valido rimedio all'insofferenza che nutro per questi giorni soffocanti. Decidete un po' voi cosa li renda tali: personalmente ho solo l'imbarazzo della scelta. Scrivere, dunque, è il mio allenamento quotidiano. Persone spendono denaro, e molto, per tener allenato il corpo, io preferisco tenere allenata la mia eloquenza. Le lettere d'amore (spero davvero abbiate avuto modo di leggerne qualcuna su questo blog, sebbene vi confessi che nessuna delle

Anonimo Falisco

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Miei amati, ho oggi il piacere di ospitare, su queste poche pagine, qualche breve linea di un amico a me caro: persona con cui condivido gli studi e la passione poetica. Comprendo bene essere desueta la cosa, per il normale procedere del blog, tuttavia credo ben si allinei con il nuovo corso che vorrei dare (e che sto cercando di dare) da qualche tempo a questo parte. Vi lascio allora con queste prime tre liriche, da me personalmente selezionate, che credo possano ben rappresentare lo spirito poetico che anima e arde parole scritte con inchiostro di fuoco. Siena Sei l'ostrica di cotto, che cela per me la perla di Pescaia, in te ridiscendo una lingua di basalto di San Giuseppe la Piaggia e un tuffo mi doni in un Orto di tetti toscani. § Pensieri di... Paglia! Nera chioma, desiderabili curve, veridica folgorazione sulla via di Enea Silvio infranta da cocci d'asfalto e mura di fango in una notte d'acquatica febbre. Peregrini Pilon

How I met your mother

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Devo ammettere, miei amati, che questo periodo di studio mi ha tenuto lontano da queste pagine, non senza mio grande rammarico. Mi tornava alla mente, in questi giorni, -permettetemi davvero questo tono così informale- mi tornava alla mente, dicevo, questa serie tv che seguo da diverso tempo e che, dopo otto anni di trasmissione, vedrà la sua ultima stagione iniziare il prossimo settembre. Per chi non la conoscesse, in sunto, è la storia (un iperbolico flashback del protagonista) di Ted Mosby, architetto e padre, che racconta ai suoi figli, ormai sedicenni (nel 2030), del modo in cui ha conosciuto la loro madre. Tranquillizzo gli appassionati della serie che la seguono esclusivamente in italiano: non propongo alcun tipo di spoiler qui. Solo, ritengo interessante l'escamotage utilizzato nella serie e che tiene, a buona ragione, incollati alla serie milioni di appassionati. Ogni puntata inizia con le immagini dei due poveri figli che, ormai stremati, si apprestano ad ascolta