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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

Pragmatica del cuore

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"È stato tanto grande e ormai non sa morire Per questo canto e canto te La solitudine che tu mi hai regalato Io la coltivo come un fiore" C'è una disciplina che, arrivati ad una certa età, si comincia più o meno tutti a praticare: è una questione di necessità e di virtù, dove l'una e l'altra le si esercitano per il bene proprio e, inconsapevolmente, del mondo intero. Si chiama "pragmatica del cuore", ed è l'arte di applicare la realpolitik al confine delicato e sempre sfumato fra l'intimità e la privatezza. È l'arte, signori miei, del sano realismo dei sentimenti, dove l'ago della bilancia è il raggiungimento ed il mantenimento della stabilità delle passioni e degli affetti ma è anche l'arte del riconoscersi grati: grati a Dio per tutte le persone che son passate nella propria vita e che si sono amate, grati per tutte le persone che hanno deciso di rimanere e che si amano e che ci amano di rimando per quell'amore che esige di es

Minuetto per una tessitrice

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"Non ricordavo che un sorriso potesse essere così dolce e un'assenza così amara" - dico, sfiorando la ceramica rossa del pavimento- "mi manchi: mi pare di annegare nell'aria che c'è fra me e te" "Dove sei?" "Seduto sul pavimento del mio ingresso, è tutto buio. Ha un senso per te?" "Se la tristezza ha un senso, allora sì" "Sei triste?" "Non sei qui" aggiungi, con la voce rotta da una commozione fatta di brevi e minime. Perché gli affetti alle loro prime battute si nutrono, quasi si beano, della necessità dell'altro e la rendono una virtù che neppure le scienze morali sanno spiegarsi ed a cui qualcuno dà nome, non bastevolmente, "reciprocità". "Mi manchi, Monica" dico ancora, appassionatamente e con più enfasi. "Non mi chiamo Monica, Claudio" mi ridici affabile e delicata "No, è vero. Ti chiami così solo qui, nel ricordo che ho di alcuni nostri momenti e ch

Ottobre

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Certe considerazioni le si attenderebbero piuttosto a ridosso di date o scadenze significative e, per certi aspetti, forse è così. Considero l'autunno sempre una stagione felice (la più felice dell'anno, per me) ed un preludio a tutte quelle che verranno: come se il mio personalissimo Capodanno si situasse in questo particolare momento del fluire della vita nella vita del mondo, e non credo sia un caso che anche oggi sia perciò una festa mariana ed una di quelle a cui sono assai più legato, per giunta! Vengono, insieme a questa stagione, tutta una serie di riflessioni: non sull'anno che si avvia alla fine ma sull'esistere e sul come stare al mondo e che cosa questa apparentemente semplice cosa comporti. Che esistere non possa bastare all'uomo innamorato, ed innamorato della vita, è cosa lapalissiana ed assodata da anni: solo l'uomo che esperimenta l'amore trasforma l'esistere in più che semplice respirare . Alla soglia dei trent'anni, tutto proteso e