Una margherita per Elisa


Elisa sa e ciò mi rattrista. Zippora ha parlato. Oh, non gliene faccio una colpa. In quelle circostanze forse avrei parlato anch'io o forse no. Onestamente non saprei dirvi.
La questione è complessa. Preferivo stare accanto ad Elisa in silenzio. Cercando, col tempo, di poter far sì che mi donasse la sua fiducia e la sua amicizia. Ma così è più difficile, si gioca a carte scoperte. Non amo giocare a carte scoperte. Non so, forse è solo paura di un certo (sicuro) rifiuto.
Sì, paura. Perché, nell'anima, l'ultima grande delusione ancora mi brucia profondamente e fra sei mesi saran passati ormai due anni. Ancora brucia. Incredibile cosa riesca a fare una donna ad un cuore d'uomo.
Zippora mi accusa d'irrealtà, di mistificare la realtà immaginando ed idealizzando Elisa come invero non è. Che anzi, questa condizione potrebbe essere proficua perché giocare a carte scoperte vuol dire sapere cosa si pensa rispettivamente l'uno dell'altro, avere un rapporto onesto, sincero e far sì che l'altro possa avere una chiara visione di chi ha davanti. Condizione che permetterebbe peraltro di non doversi nascondere o soppesare sempre le parole con la tema che possa capire. La verità, miei amati, è che ho sempre soppesato le parole. Le ho sempre scelte con cura. Lo faccio ormai da una vita, come potrei smettere?
Pur tuttavia, a questo punto, si pone una questione: ora, ponete che venga messo con le spalle al muro da Elisa, che cosa dovrei fare? Mentire?
Farle credere, e bene ne sarei in grado, che Zippora ha frainteso ogni cosa? Convincerla che su questo volto non c'è menzogna e che non nutro altro che una profonda amicizia per lei?
Sì, sono in grado di fare tutto questo e di risultare credibile.
A mio parere, lo grida la mia parte più razionale, dovrei far così.
Mentire, ad oltranza. So che riuscirei. Tutti mi credono perché nessuno riesce a riconoscere chiaramente una menzogna sul mio volto.
A pochi serbo di conoscere ogni verità. Ed Elisa? Beh, mi conoscete da un po' e sapete che cadrei in contraddizione con me stesso se le mentissi.
Come potrei guardarla negli occhi e mentirle? No, non potrei.
Ho deciso che, semmai prenderà in mano l'argomento, seguirò la mia antica linea di principio e come fu per Silvia così sarà anche per lei. Non le mentirò. Non avrei più cuore di guardarla negli occhi poi.
Tuttavia, concedetemelo, c'è una cosa che non è menzogna; ovvero l'omissione. Se Elisa non farà parola di alcunché, tantomeno farò io.
Un silenzio che è piena e consapevole omissione: in questo modo non sarei costretto a dirle la verità e la questione del mentirle non si porrebbe.
Intanto, per sondare il terreno, farò come se nulla fosse accaduto.
Come se Zippora non me ne avesse parlato. Spero che Elisa non mi rivolga parola al riguardo: mi sembra quasi profezia ciò che scrissi in "Terra".
Solo m'auguro che non si realizzi.
"Soffrirà l'anima mia al rivederla. Si contorcerà d'un vano amore muto."

Claudio

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