Pochi giorni, che s'appressano, mi vedono lontano dalla mia bella terra, dalla mia bella casa, dalla mia bella Chiesa. Sì, mi manca la mia Chiesa, più ancora che la mia stanza, più ancora delle stesse mura che m'hanno visto crescere. In fin dei conti, anche queste, quelle, mura m'hanno visto giovane virgulto e arbusto resistente: possano, un giorno, vedere la quercia che sarò. Mi manca casa mia, la mia Chiesa. E la mancanza diviene mancanza fisica, assenza, presenza di un corpo inconsistente. Tra le braccia, è tra le braccia che vorrei stringere, la mia Chiesa. Tra le braccia l'assenza si fa più acuta e le sue poderose colonne, che sembrano abbracciare me, l'abbracciare quelle mi manca: il ricordo degli abbracci, pelle contro pietra, carne viva contro alte mura vibranti ed oranti. Quello mi manca . Sento un'assenza, un'assenza... Tra le braccia sta la mia assenza, il fantasma di chi vorrei stringere. E lo stringere quella, impossibile, diviene all...