La chiave e la porta
Sei qui.
Ti avvicini. E segui la parete nera. E vedi una
porta. E la tocchi.
E la porta è socchiusa. E la parete vibrava al tuo tocco.
La stanza era chiusa. Chiusa. Toccando
la parete, forse, l’hai aperta.
Sembra che sia un varco vivo (per dove?).
Hai toccata la
porta. E la porta è socchiusa. E il tuo tocco la apre. E la stanza è buia.
E tu
muovi un passo appena. Ma la stanza è ancora buia.
E il pavimento sembra
vibrare, ancora, sotto il passo tuo incerto.
E il passo è incerto. E la stanza
ancora buia. Il piede nudo tocca il pavimento.
Un momento.
Ristai ancora lì, un
momento, ed esci.
E la stanza è buia, e la stanza è vuota. E tu non ci sei più.
Ed il tuo passo si è ritratto. Sei rimasta lì un secondo appena, a soppesare
quanto quel buio, quel bacio, ti spaventasse davvero. A considerare quanto ti
fosse necessaria la luce.
E la porta era aperta. E tu ti sei ritratta. E forse
la luce si sarebbe accesa.
E forse avresti visto. Ma cosa?
E la porta era
aperta. Ma la chiave non c’era e tu non ti sei chiesta chi avesse aperta quella
porta che, un giorno lontano, era chiusa.
E la porta era aperta e la chiave non
c’era. E la chiave, forse, eri tu.
Perché la porta è adesso chiusa, e non
ricordo davvero come si apra.
E la porta era aperta e la chiave assente. E la
chiave eri tu, e la chiave sei tu.
E tu sei passata, la serratura è cambiata,
la chiave smussata,
il chiavistello più resistente. Il tuo tocco, ora,
inconsistente.
E la chiave la avevi, io te l’avevo data
e il tuo passo l’avrebbe
illuminata, quella stanza tutta silente.
Silente di luce. E di sentimenti.
E la
chiave la avevi, e la stanza si sarebbe illuminata
e la chiave te l’avevo data
e tu me la rendesti senza troppi complimenti.
E adesso che la chiave l’hai
resa,
la porta è chiusa e nessuno più te l’aprirà.
La porta è chiusa, il varco
passato,
non volgerti più indietro, Amore, non più.
La porta è ormai chiusa e
tu non ti sei chiesta
cosa ci fosse in quella stanza.
E la porta è
chiusa,
ed il tocco che l’ha aperta e le pareti che toccava,
era il tuo tocco
che il mio cuore chiamava.
E la porta è chiusa, ma era il mio cuore aperto
e
quella stanza, nell’ombra, è ora un cuore. Deserto.
Claudio
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