Lettere d'amore in ascensore


Il periodo, al riguardo, è davvero prolifico miei amati. Come ben saprete (o come avrete avuto modo di capire) scrivere mi fa sentire onnipotente.
Lo so, lo so: comprendo bene di dover fare atto di umiltà ma, francamente, io e voi ci conosciamo da troppo tempo perché possa mentirvi in modo così spudorato.
Non dico di saper scrivere come un dio, questa sarebbe vanità distillata ed allo stato più puro, tuttavia mi rendo conto del carattere benefico che la scrittura esercita su di me e che, le parole, costituiscono un valido rimedio all'insofferenza che nutro per questi giorni soffocanti.
Decidete un po' voi cosa li renda tali: personalmente ho solo l'imbarazzo della scelta.
Scrivere, dunque, è il mio allenamento quotidiano.
Persone spendono denaro, e molto, per tener allenato il corpo, io preferisco tenere allenata la mia eloquenza. Le lettere d'amore (spero davvero abbiate avuto modo di leggerne qualcuna su questo blog, sebbene vi confessi che nessuna delle mie migliori è qui pubblicata) rappresentano il punto più arduo di questo allenamento.
Si tratta di una sfida con se stessi: riuscire a dimostrare che, in totale assenza di sentimenti amorosi per una persona specifica, si può produrre un testo in grado di coinvolgere e far emozionare profondamente chiunque lo legga.
Il risultato, generalmente, è sempre lo stesso: (scrivendo io esclusivamente lettere per donne) quando le lettere affrontano il banco di prova principale (un pubblico femminile più o meno vasto) hanno un ottimo successo e le esclamazione che seguono la lettura sono solitamente queste: -"Oh, avessi io un ragazzo che me la scrive una lettera così!"; -"Il mio ragazzo non mi ha mai scritto una cosa simile", e variazioni assai simili alle precedenti frasi.
Come potrete ben capire, dunque, non solo mi sento onnipotente ma divento disgustosamente tronfio.
Suscitare emozioni nel lettore, senza provare alcun tipo di sentimento: questo è il mio successo. Questo mi fa sentire grande. Questo dà potere.
Il periodo, vi dicevo, è al riguardo assai prolifico: solo negli ultimi due mesi conto più di quattro lettere. Positivo, in effetti. Vuol dire che sono assai in forma.
A chi avesse eventuali obiezioni al mio atteggiamento vorrei rispondere subito:
1) Le lettere generalmente non vengono usate per causare sofferenza ad alcuno e, se ne viene causata, non è volontaria
2) Vero è che non si tratta di un comportamento "eticamente" corretto tuttavia vorrei ricordarvi che si tratta di me e la mia parte egoista, ogni tanto, mi ricorda che sono nato alla Letteratura dapprima come sofista, poi come amante.
Per cui, per fare il "verso" ad un grande: la parola è tutto!
Ah, cosa vuol dire il titolo? Beh, la spiegazione la trovate qui.
Con affetto, miei amati, vi saluto. Vado a terminare la mia ultima lettera...

Claudio

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