Surrexit Dominus vere


Questo post oggi non era previsto e scriverlo m'addolora.
M'addolora profondamente nell'anima: oggi, una delle mie care compagne ha subito un lutto in famiglia. Sapete, anch'io ho avuto i miei lutti ma non posso dire di capire pienamente, perchè non è mai stato alcuno che io abbia amato fortissimamente e  intrecciato a me in modo indissolubile.
I lutti cambiano le persone.
A questa compagna, a questa amica, sì, amica, io dono ora le mie preghiere per sua nonna che è tornata al Padre, la mia compassione ed il mio amore amicale nell'ora del lutto e della prova. La mia spalla su cui piangere e le mie parole di conforto. La morte, difatti, non è che il principio. Nella seconda lettura di ieri, lo diceva Paolo:

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati.
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

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Capite, ora? Anch'io sono persuaso di questo: nessuno, nessuna cosa, tantomeno la morte potrà mai separarci dall'amore di Cristo. Semmai, in un certo qual modo, ce ne avvicina potendo finalmente contemplare Dio in tutta la Sua gloria. Questa, è l'unica consolazione per noi che restiamo qui. Sapere che chi amiamo, ora, è felice nella contemplazione estatica dell'infinita gloria e magnificenza di Dio. Deve essere meraviglioso!
La morte, ricordatelo bene, non è l'ultima parola, Cristo è risorto per testimoniarlo. Per citare nuovamente un altro passo di Paolo : "Chi muore alla carne, vive e vive in Cristo".


Vostro, Claudio

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