Alle stelle... alle stelle...


"E adesso, Draco, senza di te, che cosa faremo? A chi ci rivolgeremo?"
"Alle stelle, Bowen. Alle stelle..."
Quando ero bambino e si rientrava, verso mezzanotte o più tardi, da casa di amici o parenti che abitavano in campagna, io solevo distendermi sui sedili posteriori dell'auto. Mi stendevo e venivo coperto col cappotto di qualcuno.
Ero abbastanza piccino da distendermi completamente senza, però, dover ritrarre le gambe come un bambino che giaccia, in attesa, nel ventre materno.
Ricordo che, spesso, nel tragitto che dalle remote case di campagna ci riconduceva fino a casa, tragitto immerso nella tenebra profonda e nell'odore dei campi e dei fiori notturni, da sdraiato che ero volgevo lo sguardo verso lo spicchio di cielo che potevo vedere stagliarsi chiaro sopra di me. Chiaro ed infinitamente grande. Perdevo, allora, la mente a vagare in quegli infiniti spazi, disegnando forme imaginifiche con le dita e tracciati che un giorno avrei percorso.
Il mistero delle stelle è bello, e profondo. Ricordo ancora chiaramente i giorni in cui ne rimanevo affascinato, estasiato, abbagliato. Incantato da una bellezza tanto grande e tanto sconosciuta. Mai mi sono chiesto, sotto le stelle, che cosa le costituisse o perché brillassero in quel modo.
Sotto le stelle ho sempre ammirato la bellezza, sotto le stelle ho sempre reso grazie.
"Se guardo il Cielo..."  non penso a quanto lontano siano tutti i mondi possibili ma a quanto vicino mi sia chi, anche, le sta guardando in quel momento.
Attraverso le stelle, gli uomini stravedono figure di animali o miti, figure che non ho mai compreso del tutto: fra le stelle, io ho sempre letto i nomi di quelli che amo,
gli eventi della mia vita, i percorsi attraverso i quali son giunto in quel luogo
(e proprio in quel luogo) a capo alzato nuovamente verso le stelle.
"Se guardo il Cielo...", non vedo sassi che bruciano o masse di gas incandescenti.

"Se guardo il Cielo..."  vedo la bellezza, un mosaico di compiutezza e perfezione in continuo divenire. Diviene, eppure è perfetto: il mistero di ciò che è (C;c)reato!
Da quando sono a Siena mi capita di percepire la profondità del cielo e la sfericità della volta celeste soprattutto quando, a sera in Piazza del Campo, volgendo lo sguardo verso l'alto si ha la sensazione di trovarsi davanti alla semicupola dell'abside più grande che esista e sembra, così, che tutta la terra sia come una grande Chiesa. Percepirlo è impressionante e non lo si dimentica facilmente.
Per vedere la profondità del cielo, prima di queste vetuste mura, andavo

sugli scogli. Caldi nelle sere invernali, come in quelle estive.
Mi sdraiavo e contemplavo la volta celeste, il mare unico orizzonte.
Mi manca il mare. Ma le stelle mi aiutano, mi aiutano a sentirmi a casa anche qui.

Quasi tutto ciò che, di bello, gli ultimi anni mi hanno regalato è avvenuto sotto le stelle.
"Sai, sotto le stelle da secoli gli uomini fanno sempre le stesse cose..." - dissi con gli occhi fissi a penetrare il mistero del cielo e la voce che, piano, si spegneva.
"E cioè?" - mi rispose la mia amica che, quella sera, era con me.

"Fanno la guerra, piangono, pregano, si amano..."
- Avrei voluto dire: "Fanno l'amore..."
"E a te, adesso, a cosa fanno pensare le stelle? A cose belle, o brutte?"
Ci pensai un attimo su, per non essere banale e per studiare un modo per evitare di dire la verità, poi dissi, guardando le stelle: "Cose belle, cose belle..."
e le ultime parole mi morirono in gola mentre, viste le stelle, fissai poi lo sguardo sui suoi occhi. Quella è stata l'ultima conversazione che ho fatta con quella amica.
È vero, però, quello che le dissi: che gli uomini fanno da secoli le stesse cose sotto le stelle. Pensandoci bene, ripensando a quello che a me è accaduto sotto le stelle, posso solo ricordare momenti felici: è sempre stato il sole ad illuminare i miei momenti tristi e di angoscia. La notte ha visto le mie lacrime, vero, ma è sempre stata troppo bella perché potesse darmi un vero dolore.
Sotto le stelle, lo ricordo con tenerezza, ho dato il mio primo bacio; sotto le stelle ho dato "abbracci significativi", sotto le stelle ho ricevuto "abbracci significativi",
sotto le stelle ho dato baci che non posso dimenticare, sotto le stelle ho ricevuti baci indelebili, sotto le stelle ho detto addii dolorosi, sotto le stelle mi è stato detto “addio”, sotto le stelle ho detto verità angoscianti, sotto le stelle mi sono state rivelate parole segrete e verità antiche, sotto le stelle ho sussurrato parole belle e segrete; sotto le stelle sono nati tutti i miei amori, benedetti dalla bellezza del Creato; sotto le stelle sono stato amato, sotto le stelle ho amato.
Sotto le stelle ed il vento freddo delle sere estive, ho amato qualcuno che mi amava.
Non c’è parola che, sotto le stelle, non abbia detta un amante prima ancora che un poeta la trascrivesse.
I poeti sono gli scribacchini dell’amore: prima che iniziassero a scrivere di altro, Iddio li ha costituiti signori sulla parola “amore” e sul verbo “amare” e tutte le loro declinazioni.
Mi piace pensare che Dio abbia creato i poeti sotto le stelle e che questi abbiano udito, come prime parole, i giuramenti degli amanti.
Ecco perché, le parole dei poeti, sono le parole degli innamorati.
Solo i poeti e gli innamorati possono dire, anche di giorno, le parole che andrebbero sussurrate solo di notte. Io non parlo da poeta o da innamorato: scrivo da bambino. Scrivo, come il bambino che ricorda quando ancora veniva preso in braccio e del cielo non sapeva nulla, se non la bellezza delle stelle.
I bambini guardano alle stelle con lo sguardo più limpido di quello degli innamorati e ne capiscono la bellezza senza studi di estetica: è così che, ancora oggi, io guardo alle stelle.
Senza studio, senza scienza, senza filosofia: mi lascio attrarre verso il mistero alto.
Perché è di questo stesso mistero che io sono fatto.

Claudio



Commenti

Post popolari in questo blog

Canto mongolo

Ozymandias, ovvero le vestigia della mia grandezza

Non conosco il tuo nome

Alla Donna passata

Ascolta, mio povero cuore

Parossistica di ogni sublime tristezza

Lettera alla donna che verrà

Lettera dal Mare