Perdonate l'assenza (lettera breve)


Perdonate l'assenza,
sì, son sempre io.
Non ho dimenticata la vostra presenza.
Ci sono affari, lo sa Iddio,
che hanno richiesto un po' di pazienza.
 
I ricordi son duri a morire e questo mese è stato nefasto e funesto, troppi ricordi: ancora troppo affetto, per me che pensavo d'aver già scelto.
Ho composta una lettera, d'amore e di dolore, con questa vi chiedo scusa e vi rimando alla prossima ventura.


Lettera: ma a chi?


Amore della mia vita, dove sei? T'ho visto fuggire in un'ombra nera e frangerti contro la parete luminosa del mio desiderio d'amore. T'adoro, quanto lo sai: lo sai nei miei silenzi che erano, sono, estatica adorazione. Rapita contemplazione di un mistero d'amore che t'ha reso carne vivente. Con te berrei vino e miele ma la vita è fiele che tu hai reso più leggero con il tuo amore per me, con la tua presenza.
Amore; usarlo tante volte è quasi uno spreco ma non qui, non ora, perché non c'è altra parola, ne sono certo, che possa giustificare quello che hai fatto per me, il cambiamento che hai portato. M'hai illuminato l'anima entrando, m'hai aperto Dite che però è via per il Paradiso. Mi stai nella carne e nel cuore, ciò che tu vuoi è ciò ch'io volevo, che voglio. M'hai toccato e graziato, sei consolazione e desiderio ardente, flagello dell'anima e suo ristoro. Se ancora ti bramo è perché, in verità, non ho mai smesso: desiderio che m'hai instillato e accresciuto con silenzio. I nostri scontri m'hanno infiammato il cuore, chissà perchè sembra solo il mio, ma per il tuo non ho modo di parlare. Io t'amo, sapppilo, ti dissi e ora ti ripeto: sia quello che vuoi.

Claudio

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