La lista
Sta sfregando con violenza un capo, cercando di togliere una macchia, e quella frase è la risultante dell'arrovellamento di un pomeriggio intero, che trova sfogo solo ora. Almeno per me: i suoi "capi delicati" non credo la pensino allo stesso modo.
- Come, scusa? -assorto nella scrittura, cado letteralmente dalle nuvole (che botta! Dove sono quei panettoni quando servono?!).
- Avrei dovuto dirti di no -mi ripete, con lo stesso tono monocorde. - Se avessi saputo quanto ci sarebbe stato da fare, avrei certamente dovuto dirti di no.
- Beh, non mi sembra di averti puntata una pistola alla tempia quando te l'ho chiesto -replico un po' seccato. - E non mi pare che tu fossi poi così dispiaciuta... -frecciatina sottile a cui risponderà immediatamente.
Si avvicina, mi guarda negli occhi con aria furiosa e... mi stampa un bacio esattamente in mezzo agli occhi. Poi mi prende la testa fra le mani, bagnate e odoranti di quel Marsiglia che sa di rosmarino, avvicina la sua fronte alla mia.
I nostri nasi si toccano ora.
E mi passa violentemente le mani sul viso, bagnandolo tutto!
- Cosa pensavi? Di avere la ricompensa dopo quella frecciatina?!
- Oh, andiamo! Un bacio piccolo... -ed assumo la mia solita espressione patetica.
Mi guarda divertita, sorride, si avvicina e, tenendo le mani indietro a mo' di ali,
mi bacia.
- Ecco perché devo sposarti.
- Beh, sei un uomo fortunato -chiosa, assumendo un'aria di superiorità e longeva saccenza mentre pronunzia queste ultime parole.
Ritorna ai suoi panni ed io al mio saggio. Passano poco meno di due minuti di silenzio quando:
- A che punto sei col saggio?
- In alto mare. Non so ancora bene dove ficcare questi dati utilissimi, ma contraddittori, e, francamente, inizio a non sapere dove battere il capo.
Sono almeno due ore che correggo le note di quello che ho già scritto e sono solo due pagine... -ironica rassegnazione la mia ma, del resto, che posso farci?
- Mmh... E se ti dessi qualcos'altro da fare?
- È importante?
- Beh, direi!
- Qualunque cosa, allora, qualunque cosa pur di non continuare a battere la testa su queste righe!
- Perfetto, allora apri un nuovo documento. -si volta verso di me.
Sono seduto in cucina, al tavolo alle sue spalle.
- Ok, fatto.
- E il documento prima non l'hai salvato?
- Oh, fa niente. Tanto quelle note le avevo già riviste ieri!
- Quando scade il termine di presentazione?
- Ehh... ieri, a dire il vero!
- E di quanto l'hai chiesta la proroga questa volta?
- Veramente non l'ho chiesta... -cerco di giustificarmi, ma non credo di avere scampo- Tanto sai com'è, non possono fare a meno di me...
- Sei pigro!
- Non sono pigro! -mi difendo alzando la voce poco al di sotto della sua- Sono solo metodico, è diverso! E privo di idee... che periodaccio! -concludo abbacchiato.
- No, la verità è che sei pigro. Solo a letto hai foga!
- Ancora con questa storia?! Oh, andiamo! È capitato una sola volta ed ero sveglio da due giorni per rispettare i tempi di consegna, sei ingiusta! -protesta logicissima ed impeccabile, e vera.
- Vabbè, muoviti ed apri un nuovo documento. -è un po' stizzita, quella macchia di ciliegia deve proprio far fatica a venir via...
- Fatto. Dimmi.
- Scrivi per titolo: LA LISTA
- Fatto, ma lista di cosa?
- Come cosa? LA lista. Quella, solo lei può essere.
- Non capisco
- La lista degli invitati! Siamo forse in un negozio? NO! E allora non può essere la lista di nozze! -uh, tono infernale, quella macchia deve essere proprio difficile.
- Problemi con la macchia?
- Sì! Non viene via! -disperata rassegnazione, conosco quel tono.
Meglio farla distrarre.
- Lascia stare dai, asciugati le mani e vieni qui. Più tardi passo in lavanderia da Dario e gliela porto.
- Uff! Ricordati però di portare i contenitori vuoti, abbiamo finito l'ammorbidente ed il detersivo per parquet.
- Tranquilla, ci penso io.
Si asciuga le mani e mi raggiunge.
- Allora, avanti, -comincio- da chi iniziamo?
- Le nostre famiglie: i miei genitori, tua madre, mia sorella, i tuoi fratelli, i tuoi nonni, i miei zii, i tuoi zii, i nostri rispettivi cugini... Ah, sei sicuro che tua zia possa venire?
- Chi?
- Antonella. In quel periodo non dovrebbe avere il tour promozionale del suo nuovo libro?
- Sono suo nipote, penso possa avere un briciolo di tempo per me. Anche perché, voglio dire, mi sposo una volta sola!
- Vabbè, e Roberta? Può venire? Com'è messa per quel periodo?
- Non saprei, è un po' che non la vedo. È sempre in Presidenza a Roma.
- Vedi un po', è il Presidente!
- Beh, non mi trattare però come fossi Capitan Ovvio! Cosa potevo saperne che a forza di dirle "Presidente", poi lo diventava davvero?! Comunque domani la chiamo, o chiamo la Segreteria Nazionale o chiamo zio Pierluigi. Ecco, chiamo zio.
- Ti ricordo che è sulle Ande con Angelo.
- Uff! Tutti via! Bella famiglia!
- Chiama tua cugina!
- Maria Chiara, dici?
- Eh!
- È alle prese con la seconda laurea...
- Emanuela?
- Posso chiamarla domattina verso le nove: le Novizie hanno un'ora per ricevere le chiamate. Chissà che tempo fa a Bergamo.
- E per tua zia Antonella?
- Non so: Francesca è in missione in Africa, Stefano è in ritiro con la squadra. Mmh... Forse potrei chiamare Vincenzo questa sera, prima che salpi: in genere il cellulare poi non prende bene in mare. Vada per Vincenzo, dai. Chiamerò lui!
- E tuo zio Emanuele con la moglie?
- Dipende dagli impegni che hanno con Davide: l'ultima volta che li ho sentiti avevano un concerto alla Juilliard. Bah, un musicista in famiglia, dimmi tu se è possibile!
- Io direi di metterli in forse e procedere con gli altri, che dici?
- Sì, è meglio. Eli, ascolta però, non abbiamo deciso quante persone invitare.
- Non so, a me piacerebbe una cosa intima, almeno a pranzo.
- Cioè?
- Beh, potremmo invitare le persone più care a pranzo ed il giorno dopo fare una cena con i parenti più remoti, non troppi, e gli amici più lontani.
- Matrimonio scaglionato in due giorni? Mmh... Sì, l'idea mi piace. Ma come decidiamo chi invitare a pranzo e chi a cena?
- Che vuoi dire?
- Tu che metro adoperi per misurare il legame, più o meno saldo, che ti stringe alle persone? Perché decidere chi invitare a pranzo o a cena vorrà dire questo: decidere chi ci è più caro, chi ci sta più a cuore, e metterlo in una lista o nell'altra.
- Beh, non penso che gli invitati la vedranno in questo modo.
- Oh, fidati! La vedranno così e molto peggio! Ma non è questo il punto: il punto è che, sebbene gli altri possano non accorgersene, noi sapremo che è così. Ho sempre pensato che i legami più saldi e duraturi maturino alla prova del tempo e possano essere conosciuti solo nei grandi drammi: di dolore o di gioia, come il nostro. Diversi anni fa, prima di conoscerti, quando ancora frequentavo l'Università a Siena, avevo una persona a me cara, carissima.
Una situazione incresciosa, una grande incomprensione, ci separò.
Passai un ultimo anno a Siena, lei pure, ed infine tutti e due ce ne andammo.
- Non me lo avevi mai raccontato.
- Difficile, ancora oggi. Uno dei miei rimpianti più grandi è quello di aver gettato all'aria un rapporto significativo, una relazione profonda, un'amicizia piena, per una sciocchezza. Buffo, buffo come solo il tempo ti renda in prospettiva tutto il vissuto e dia la giusta proporzione alle cose che abbiamo alle spalle: il paesaggio alle spalle è sempre più luminoso e più delineato di quello nebuloso che ci si staglia innanzi.
La giusta proporzione a cose, e sentimenti.
- L'hai amata?
- Non importa, non è mai stato questo. Credimi, se potessi tornerei indietro solo per tentare di stringere nuovamente il legame che ci univa. Non perché creda ancora in quel sentimento (voglio dire: ti sto per sposare, "la Sorte per me è caduta su luoghi deliziosi") ma perché in quegli anni, ed oggi ancora in un certo qual modo, lei rientrava nel numero di quelli, pochi, che ho chiamato "amici".
E bene sai quale sia il significato di questa parola per me.
Comunque non ho mai detto si trattasse di una lei, come lo hai capito?
- Te lo si legge in volto: parli di qualcuno che hai amato e tanta è l'amarezza che hai in petto. Ben conosco la profondità del tuo sentimento.
- Comprendi allora?
- Vorresti invitarla?
- Non saprei bene neppure dove cominciare a cercarla. Sì, lo desidererei.
Ma, forse, è una questione che avrei dovuto affrontare anni fa.
Non credi che ora sia troppo tardi?
- Lo è?
- Non lo so, tu che ne pensi?
- Penso che mi farebbe piacere conoscerla.
- Perché?
- Perché è una delle persone che ti ha reso quello che sei oggi.
E quello che sei, è quello che amo. Dovremmo invitare tutte queste persone.
- Sai, potrebbe essere un matrimonio un po' affollato allora.
- Non mi importa. Taglieremo sulla cena, risparmieremo sulla torta o sul vestito (tanto non lo hai già disegnato?). Tutto questo non importa.
Quello che importa sei tu.
Claudio
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