La rosa del deserto


Un uomo percorreva il deserto da nord a sud ed inciampò in Se stesso. Quando si vide lì a terra, si disse:
- Amico, che fai lì a terra?
- Camminavo, e mi sono fermato.
- E perché mai?
- Perché ho perduta una cosa.
- E cosa potrebbe avere tanto valore, da spingere a fermarti nel bel mezzo del deserto per cercarla? Non vedi? L’arsura ti consumerà più in fretta della ricerca.
- Dici?
- Assolutamente! Vieni con me e ti mostrerò tutto, ti mostrerò il mondo. Anch’io sono in viaggio, e quello che qui hai perduto lo ritroverai altrove.
- Non sai neppure cosa sia, come puoi dirmi questo?
- Perché non c’è niente che valga la pena cercare con tanto affanno e tanta solerzia. Vieni con me e ti farò vedere che c’è molto più della polvere.
Se stesso allora, che un attimo prima si era messo a sedere per parlare meglio con l’uomo che attraversava il deserto, si rigettò prostrato nella polvere e pianse amaramente. L’uomo, per la prima volta in tutta la sua vita, vide Se stesso piangere nella polvere e non seppe dire alcunché. Se stesso, piangeva lacrime amare e calde che avrebbero potuto sciogliere la pietra o fecondare la terra ma, nel deserto, penetrarono nel suolo secco e arido e lì ristettero. E l’uomo se ne andò, volgendo le spalle a Se stesso ed a quello che stava cercando. Lasciandosi piangere nel deserto, preferì passare oltre e non si chiese mai cosa stesse cercando, continuando il suo viaggio senza meta.
Un giorno, dopo aver visto tutto il mondo, tornando a casa ormai stanco, fece per passare nuovamente dove aveva incontrato Se stesso molti anni prima. Non si aspettava di trovarsi, certo, ma era curioso di sapere cosa gli fosse accaduto. Constatando l’assenza dell’uomo, si avviò allora per il paese più vicino. Appena vi giunse, sentì un gran trambusto da ogni parte e si fermò a chiedere che fosse:
- Amico, cos’è questa confusione che sento da ogni parte?
- Solo tu sei così forestiero, da non sapere cosa qui è accaduto?
- Non me ne volere e raccontami tutto.
- Ebbene, sappi allora che questa è la città dove risiede il più magnifico dei tesori che il creatore ci abbia dato.
- Ho girato il mondo e non ne ho mai sentito parlare, che cosa è mai?
- Oh, gli uomini ci ignorano perché ci pensano poveri ed effimero il nostro tesoro ma quello che noi abbiamo non è effimero, solo delicato e fragile. Ma bello.
- Non porre indugi e rispondi: cosa è mai?
- Vieni e vedi.
E lo condusse fino al centro della città, dove una magnifica rosa del deserto stava. Un minerale così bello e così unico, che solo ora capiva la straordinaria eccitazione dell’uomo nel parlargli del loro tesoro. Chiese allora al mercante:
- È molto bella, e vorrei averla. Quanto costa?
Il mercante, prima di rispondergli, rise tristemente.
- Ma, amico, non  lo sai? Non puoi comperarla. È un miraggio a cui ci hanno abituato ed in cui sono caduto anch’io, che faccio il mercante e per professione devo saper comprare e contrattare tutto. Questo, davvero, non puoi comperarlo.
- Tu dimmi solo chi ne è il proprietario, e lascia che questo affare si sbrighi fra me e lui.
Il mercante, allora, gli indicò un uomo che, di spalle, stava parlando con un gruppo di viandanti della bellezza del suo tesoro. L’uomo si avvicinò e toccò la sua spalla. Quando si voltò, vide Se stesso che irradiava gioia e lo guardava con la più grande tenerezza.
- Ti aspettavo –disse Se stesso
- Voglio comperare il tuo tesoro.
- Ma non è mio.
- Così mi ha detto il mercante.
- Mmh… Sì, capisco. Non posso davvero vendertelo. Non è in vendita.
- Tutto ha un prezzo, dimmi il tuo.
- Non capisci. Se la vuoi è tua. Ma non è in vendita.
L’uomo, rimasto un attimo spiazzato, cercò di riprendersi:
- Dove l’hai trovata?
- Era quello che avevo perduto.
- E come?
- Non lo so.
- Come l’hai ritrovata?
- Un grande vento si è sollevato, ho alzato il capo dalla polvere, ed era lì. È il frutto di ogni mia lacrima. Nel deserto, cuore della terra e mio, è fiorita la bellezza.
- Sembra fragile, sembra gesso.
- E lo è. Ma non mi dispiacerebbe se si rompesse e tutti ne avessero un pezzo.
- Ma che cos’è?
- È l’amore.
- Capisco.
- Davvero?
- Sì. –dopo un attimo, riprese- Credo che resterò qui, se non ti spiace.
- Fermati quanto vuoi.
- È bello ritrovarsi.
- Sì, quando si trova l’amore ci si ritrova sempre.
- E non mi potevi dare una botta in testa prima??!
E così seguì discorrendo, l’uomo che aveva trovato l’amore e, nell’amore, aveva ritrovato se stesso.

Claudio



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