A chi va, a chi viene, a chi resta


"Amiche, miei amici, anime amate",

prestatemi ascolto, ve ne prego. A voi che siete stati e non siete più, a voi che siete ancora nuovamente, a voi che siete sempre stati o che sempre avete deciso di esserci; a voi tutti, come state? Spero di avervi colto in uno di quei passaggi importanti della vostra vita che lasciano sempre il segno, affinché possano queste parole lasciare, ugualmente, un segno. Iddio sa quanto tutti ne abbiamo bisogno!
Oggi ho qualcosa da dirvi, da dire a voi, che nella mia vita siete state persone assai importanti; a voi, che viaggiate o avete trovato terra; a voi, che andate, venite, o rimanete.
A chi va, io dico: amico caro, grazie. Grazie per esserci stato, grazie per aver cambiato la mia vita, grazie per ogni tua parola, che sia stata di conforto o di rimprovero.
Grazie, per avermi dato l'occasione di conoscerti, apprezzarti, ammirarti, starti vicino e condividere le tue fatiche, i tuoi errori, le tue false speranze, la tua meraviglia ed ogni tua paura. Grazie per le lacrime, le altalene, la polvere ed i pini. I paesaggi notturni, le primavere, Maggio, Giugno, Luglio, le lettere, gli abbracci ed i ringraziamenti. Grazie per i libri, lo studio condiviso, le opinioni, le confessioni, i concerti di classica e le coccinelle. Grazie per gli ombrelli e gli acquazzoni, le biciclette rubate, i sandali aperti, la gonna di donna e la talare di sera. Grazie per i gelati, le risate, i fili d'oro incorniciati al tramonto, i convegni, i campi di grano, i campi di A.C., le trasferte, gli inchini e la bella grafia.
Grazie per De Gregori, per i biglietti rossi che non se ne vanno, per i libri chiusi in una cassetta dei ricordi e per tutto ciò che di rosso conteneva la dolcezza di un confetto. Grazie, per tutti i caffè spesi a chiacchierare di una contingenza troppo importante per parlare dell'importanza di quello che era quell'amicizia. Grazie per esserci stati, a tutti, davvero.
E se trovate un poco confuso quello che ho scritto, senza rancore, sono i ricordi di ogni caro amico che è andato in questi anni.
A chi viene: caro amico, bentornato! Bentornato nella mia vita, bentornato nella nostra amicizia che non s'è mai dissolta, bentornato a me, che ti riaccolgo felice, come se riavessi il più caro fra i miei tesori. Quando sei andato, ti ho rivolto le medesime parole che ora rivolgo a chi parte. Ora che torni, con un poco di coraggio, non avrò più bisogno di scriverti così e mi vedrai venirti incontro, fermarmi vicino, e guardarti intensamente negli occhi per ritrovarvi quella persona che se ne è andata. Bentornati!
A chi resta, io dico: scusa, amico caro! Scusa se durante questi anni non ho mai condiviso con te tutti questi pensieri e tutta la concreta importanza che tu hai avuta nella mia vita. Spero, come ho sempre fatto, che possa ritrovarsi nel patto tacito di noi che ci parliamo e ridiamo. Perché tu sei sempre due persone: tu sei chi resta, e chi decide di restare. Tu sei quello che c'è perché non se ne è mai andato, e quello che c'è perché, pur andandosene, ha scelto di rimanere. Ha scelto di alloggiare ancora un poco nel cuore di chi ha lasciato, abbastanza a lungo da non affievolire il suo ricordo prima di averlo rivisto. Tu sei l'amico.
A chi va, a chi viene ed a chi sta, io dico: che andiate, veniate o stiate, possiate sempre essere coloro che rimangono. Nel mio cuore ci siete di già.
Abbi cura di te.


Vostro, con affetto incommensurabile

Claudio


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