Come scrivere un romanzo di successo (e cercare di non mangiarselo per la disperazione) parte 1


Se sei approdato qui, e mi stai leggendo, questo vuol dire che sogni come me (e come gran parte degli illetterati di questo mondo o dei professori frustrati che si atteggiano a grandi romanzieri o degli studenti di lettere) di scrivere un romanzo di successo.
Prima cosa: le motivazioni.
Ognuno di noi sogna di scrivere un romanzo di successo per un qualche motivo strampalato. Chi vuole tramandare il proprio nome ai posteri, chi si è stufato di insegnare il successo degli altri, chi ritiene di alzarci due spicci, chi vuole esprimere solo quello che prova (fatemi un favore, leggetevi un Harmony e toglietevi dai maroni!) e chi, ancora, pensa che se ce l'ha fatta un tipo come Moccia o uno come Giordano (tipi che somigliano più al Verga de "Se i Social Network fossero sempre esistiti" che ad Hemingway) allora possono farcela anche loro. Signori e signore: trovate la vostra motivazione, riconoscetevi e, se siete nelle prime quattro categorie, lo ripeto, levatevi dalle balle per i seguenti motivi:

1) tanto fra tre o quattro anni, uno più bravo di te avrà scritto qualcosa di meglio e più sensato: questo vuol dire che il tizio che hai davanti è un genio o un illetterato, e nel secondo caso sbancherà ai botteghini e a te roderà il fondoschiena che hai amabilmente posato per decine di ore su una sedia di legno scomodissima e davanti al tuo quaderno Moleskine ("Perché, voglio dire, se ne aveva uno Hemingway devo averlo anch'io, si comincia così, no?" no, sappi che è una cagata pazzesca e l'unica cosa che contribuirà a fare, oltre riempire le casse della suddetta società, è metterti a paragone con un modello tanto alto da farti provare un livello di frustrazione e sottomissione simili, che solo a quel punto capirai come siano stati possibili romazi come "50 sfumature di grigio". E no, sappi che tu, cacchetta della letteratura, non sarai mai in grado di scrivere qualcosa di nemmeno lontanamente rivoltante quanto il suddetto testo. Accontentati, piuttosto, del fatto che qualche professore continui a sorriderti ed a dirti di continuare a tentare ed a dare più spessore ai tuoi personaggi. Ad ogni modo, sappi che non sarà un taccuino a renderti come Hemingway, fidati di chi ci è passato prima di te.
Metti da parte i soldi e compratici un grande classico: ti acculturi e non sbatti il capo cercando di imitarlo, fidati, è irragiungibile);

2) Ah! Ah! Ti ho beccato bastardo! Tu sei il professore di cui sopra, il piccolo e meschino essere che cerca di lucrare alle spalle del talento dei suoi giovani studenti. Non fosse altro perché sei patetico e ti rivolgi a studenti che, tanto quanto te, sono privi di talento, ti direi che potresti avere qualche misera speranza di scrivere un romanzo-copia di quello che qualche genio del passato ha già pensato. Sei talmente rinchiuso nei tuoi schemi e privo di fantasia, da necessitare che sia uno studente ad illuminare la tua scarsa conoscenza della vita.
Un consiglio spassionato? Non scriverai il grande romanzo italiano stando in casa e cercando di capire quale tecnica particolare ti farà amare dalla critica o quale storia ti farà venerare dai tuoi ipotetici lettori. Esci e comincia a vivere (e dai due botte, già che ci sei): sia mai che ti passi l'insana idea di scrivere un romanzo.

3) Ahahahahah! Ahahahahah! Ahahahahah! Ahahahahah! Ahahahahah! Ahahahahah! Ahahahaha! Cioè... ahahahahah! fammi cap... ahahahahah! ahahahahah! ..ire bene... ahahahahah! ahahahahah! aspetta, ahahah! ahahah! oddio, non respiro... ahah! ahah!
tu veramente credi di riuscire a guadagnare scrivendo un romanzo?! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Ok, non voglio stare qui a scrivere un articolo sulla difficoltà del settore editoriale, ma figlio mio cresci! Più o meno da quando qualcuno ha pensato di guadagnare al tuo stesso modo, non si guadagna più: in questo campo, vuol dire da sempre!

4) Tu sei quello degli Harmony e dei sentimenti: levati-dalle-balle! Non te lo ripeterò due volte! Vai via che mi infetti il blog! Pussa via!

Se sei nell'ultima categoria, allora sei il destinatario di questa guida: hai ragione, ragione da vendere. Se tipi come Moccia o Giordano, esempi indegni (e per questo i più noti: la fama non premia mai i talentuosi, del resto) dell'italica scrittura, sono riusciti a mettere a segno romanzi di successo, allora possiamo farcela anche noi (perché dico noi? perché, seppure sto scrivendo questa guida, anch'io devo ancora pubblicare il mio grande romanzo italiano), perciò "stay tuned" perché ci rivedremo su questa guida per la seconda parte. Un piccolo spoiler?
Comincia a mettere su il caffè, qualche cliché va pur tenuto! ;-)


Claudio

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