Rottura


Tutti i rapporti prima o poi giungono ad una fine, tutti. Qualunque senso gli si voglia dare o attribuire, è ineluttabile. Un lettura escatologica, questa delle relazioni, talmente profonda da presentare variazioni soltanto nel modo di viverle: ciò significa che il termine di una relazione coincide spesso con una trasformazione della stessa anziché con un vero distacco.
La relazione che vedo in via trasformativa, questa volta, è quella fra me e la tecnologia: da un anno a questa parte, siamo costretti sempre più spesso ad intrattenere relazioni attraverso i mezzi elettronici senza tener conto del fatto che in questo modo intratteniamo, sebbene non ne sia il fine principale, relazioni più durature (anche se, forse, meno significative e certamente meno coscienti di essere tali) con i nostri mezzi tecnologici invece delle persone che vorremmo raggiungere attraverso questi. Per esempio, non avete in mano un telefono ora? Non siete arrivati a questa pagina da un link Facebook, Twitter o Instagram? Certamente sì! (anche perché sono i mezzi per i quali trasmetto i post pubblicati)
I dati provenienti dalle funzioni di Benessere Digitale che ho attivate da ormai molto tempo sui miei apparecchi elettronici, sono francamente sconfortanti ed in netto peggioramento rispetto all'anno passato: preferisco persino non condividere statistiche e dati, dico davvero. Sono deprimenti.
Fatta eccezione per l'orario dei pasti e per un buon sonno ristoratore, potrei ben dire di spendere la maggior parte del tempo su questi mezzi.
Desolante, desolante...
Tuttavia, lungi dall'essere anche solo vicino a maturare una dipendenza, voglio "rivendicare a me la proprietà di me stesso" (cfr. Seneca, Lettere a Lucilio 1,1): cosa facevamo prima che Instagram ci rubasse il tempo che ora spendiamo fra il guardare le Storie e le foto altrui o quello impiegato a trovare il filtro perfetto per farne di nostre?
Cosa facevamo prima di Netflix, Disney+ o Prime Video? Cosa prima del binge watching?
Cosa prima di Facebook, MySpace, MSN o WhatsApp?
Ve lo dico io: una beata cippa! Almeno cosciente di essere tale, però!
Gli hashtag ci hanno rintronati (per non dire peggio), Twitter ci ha seppellito coi suoi cinguettii, TikTok ha reso definitivamente frammentato e poi fluido il concetto di impressione, che ora scivola e si disperde in milioni di rivoli.
La tecnologia ed io, siamo arrivati ad un punto di rottura: ho bisogno di riappropriarmi del mio tempo_

- "Non è colpa tua, sono io"
- "Non è vero: dici così ma in verità hai un'altra! Ti ho visto, sai? Ti ho visto con quella lì, la lettura! Lei, e tutte quelle sue pagine profumate! Se volevi che profumassi, bastava che mi comperassi dell'alcool profumato! E quell'altra? Eh?! Quella zoccola! Ho visto anche lei! Lei che tiene tutto in mostra... oh, sì! Guardatemi! Sono la Natura!"
- "No, dico davvero! Ho solo bisogno di tempo per me stesso... mi serve una pausa."
- "Certo, e per far questo devi rompere!"
- "Beh, voglio cercare di essere coerente. Se dovesse piacermi il mio nuovo stato, preferisco non lasciarti nel dubbio che io possa tornare. Però, ecco, potremo rimanere amici: consulterò una mail ogni tanto, farò ancora delle videochiamate! Ti giuro, non finirà tutto così..."
- "Dopo tanti anni! E col rapporto che abbiamo avuto! Pensavo di contare qualcosa in più per te... Ti ricordi, tutti i sistemi operativi che hai installato, ancora in beta, bloccando il pc o lo smartphone? Le giornate senza di me quando saltava la connessione? Insomma, non ti mancherò affatto?"
- "Non dico questo, dico che devo allontanarmi un pochino per capire chi sono senza di te"
- "Beh, non ti aspettare che io stia qui ad attenderti, sai?! Fuori c'è un mondo, persone che mi vogliono anche più di te!"
- "Ed è giusto così"
- "Sai che ti dico?! Che non sei tu a lasciarmi, ti lascio io! Basta, basta così! Tu, con me, HAI CHIUSO!"

È andata più o meno così, giuro. Ad ogni modo, siamo arrivati ad un punto di rottura ed è bene prendersi una pausa: nella settimana dal 2 all'8 Maggio, infatti, staccherò televisore, pc, altoparlante, stereo, smartphone e prenderò in mano un vecchio Nokia con l'unica esclusiva funzione avanzata delle chiamate.
Lo so, sembra radicale come scelta ma terrò un diario, lo prometto.
Non è solo la necessità di prendere una sana pausa dalla tecnologia, del resto è difficile trovare colpa in mezzi inanimati: la tecnologia è uno strumento molto potente se si sa come (ed a questo punto direi anche quanto) ben utilizzarla.
Il fatto è che i media hanno lo straordinario potere di amplificare la realtà ed alzarne il volume e, detto francamente, comincia ad essere una cosa enorme per me: non so se si tratti di una eccessiva sensibilità alle cose del mondo ma ritengo che sia preferibile una pausa per riprendersi ad una più classica, e dal sapore medievaleggiante, fuga mundi.
Comincia ad essere tutto troppo: troppo, troppo alto, troppo prepotente, virulente, impaziente. Come se il mondo scalpitasse nella sua voglia di esprimersi e di imporre ogni giorno un'opinione che sovrasti quella del giorno precedente. Per chi, come me, riconosce la Verità in una Realtà ed in una Persona che, saggiamente, disse: "Voi siete nel mondo ma non siete del mondo"  (cfr. Gv 15 e Gv. 17) sembra pericolosa la deriva sociale ed umana che ci si prefigura. Davanti al mondo prepotente, è forse saggio rispondere col silenzio. Non il silenzio sterile di chi si ritira ma quello fecondo di chi agisce per ridargli ordine e misura. Misura autenticamente umana.

Claudio

p.s. Seriamente, leggete Seneca



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