Rêver


 La giornata di oggi segna l'inizio astronomico della Primavera: bentornata, amica mia!
Non ho granché di cui lamentarmi: qui, su questo scoglio solitario, presso la punta di vedetta della mia terra tutta che si protende verso il mare, godo della mia beatitudine.
Ho finalmente avuto il lavoro dei miei sogni, che comincerò però solo il mese prossimo (perciò ho TAAANTO tempo libero), non ho preoccupazioni di sorta e mancano due giorni al mio compleanno.
Potrei chiedere o desiderare qualcosa di più dalla vita? Onestamente, sì.
Okay, bene, sono davanti al mare e mi manca comunque qualcosa: un pensiero profondo per cui gioirne vedendolo, che mi si rievochi al solo rimirarlo; una gioia feconda che mi faccia desiderare d'abbbracciarlo; un patimento sul quale struggermi.
Sono davanti al mare e me ne manca la vita.
Certo, come sempre mi sento parte di tutta la storia bimillenaria che mi abbraccia e, mentre Dalla canta di Caruso e dei suoi amorosi sensi, mi figuro navi greche solcare il mare innanzi a me, pronunciare parole antiche e presenti (sì ma nel cuore, ricorderai che noi siamo in parte greci?), una lingua dell'anima che è poesia della Storia.
È una giornata perfetta: il Sole mi bacia e mi rinvigorisce, il vento mi spettina quel poco di ciuffo che sopravanza dalla incipiente stempiatura, le isole sono chiarissime davanti a me, la brezza mi riempie i polmoni.
Davanti a questo Mare, scuro come un otre di vino, solo uno struggimento mi manca.
Rebecca, sarai tu?




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