P.S. Cuore


Ho lette tante cose ultimamente. Mi sono dedicato alla lettura di diversi articoli, racconti, riflessioni, memorie, romanzi e biografie. Così, dopo aver terminato di leggere alcune di queste cose che m'hanno lasciato l'amaro in bocca, ho pensato: perché mi sento così? Perché leggere queste cose mi ha fatto sentire così?
Per via dell'argomento? No, no, non credo: ho letto delle cose più disparate e giacché fra queste non vi è nessun legame logico ho motivo di ritenere che non si tratti dell'argomento. Beh, allora potrebbe essere lo stile: no, no, decisamente non è lo stile. Sono un lettore troppo raffinato per accontentarmi di leggere qualcosa che non ha stile ed eleganza nel tratto. Deve allora trattarsi della forma, non può essere altro! Sì, deve essere decisamente la forma! E invece no, non è neppure la forma, altrimenti avrei cestinato l'articolo dopo il primo periodo ipotetico sbagliato.
In quello che ho letto mancava una cosa e fondamentalmente solo quella: cuore.
Che uno scriva di Leopardi o di una conferenza sulle droghe, che scelga di adottare uno stile saggistico oppure uno descrittivo, che si preferisca una forma moderna o più o meno arcaica, l'importante quando si scrive è metterci il cuore.
Capisco bene di non essere la persona adatta per poter dire questo e, certamente, capisco pure di non essere un grande critico o un grande scrittore solo perché scribacchio qualche sciocchezza su queste pagine.
Tutto questo lo capisco bene, ma altrettanto bene so che, se non mettessi cuore e passione in quello che scrivo, tutto sarebbe vano.
Se queste parole non contenessero passione, se non contenessero un desiderio dirompente, se non contenessero una "bufera infernal, che mai non resta", allora io non possederei alcuna legittimità su di loro.
Scrivere è più di un semplice esercizio di stile e di forma: scrivere è VITA.
Anche coloro che decidono di tentare un esercizio di stile e di virtuosismo, provando a scrivere per puro orgoglio o vanità, mettono cuore in quello che fanno. Perché l'orgoglio e la vanità pungolano il cuore quasi quanto l'amore e lo spingono a cose grandi, rendendo i suoi atrii ed i suoi ventricoli grandi quanto i polmoni di un ciclista. Scrivere è respirare: la nube densa di vapore che resta sospesa nell'aria nelle fredde sere invernali, per chi scrive è piena di parole ed ogni anelito del fiato è destinato a comporre quelle. Si potrebbe quasi dire che respirare, per chi scrive, è come scrivere per chi respira: solo un modo in più per usare il fiato.
Tuttavia, ben me ne rendo conto, il cuore non è tutto. Son lungi dal voler essere duro e dal voler raccomandare di smettere di scrivere: questo è, anzi, un incoraggiamento. L'incoraggiamento a dare di più, fare di più, investire ogni parte di se stessi affinché un testo non sia un testo e basta, affinché non venga dimenticato, affinché dica a chi legge chi siamo davvero.
"Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei": vero, verissimo.
Il cuore, però, non è tutto. Perciò, non imparate da me ché non ho alcunché da insegnare: in quello che scrivo son tutto cuore e poco stile.
Non parliamo poi della forma.
Il cuore non è tutto, è vero. Definisce però la passione con cui approcciamo le cose. Dalla prima lettura di un testo si può capire se questo è corretto, dall'ultima, se ci è penetrata a fondo, se è stato scritto col cuore.
Prendete oggi, perciò, questo mio per quello che è: un consiglio ed un augurio.

Metti cuore in quello che scrivi, possa tu mettere cuore in quello che scrivi. Sempre.

Con affetto, Claudio


p.s. cuore


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