La lettera scarlatta

Miei amati cari quattro lettori, pubblico oggi e finalmente oserei dire, la Lettera Scarlatta. La prima che scrissi a Silvia.
Tuttavia, rispetto al passato, è cambiato qualcosa: non pubblico più le restanti lettere per estirpare il suo fantasma, che ormai non mi tormenta più, ma bensì per continuare un ciclo già iniziato.
A voi la "Lettera Scarlatta":


 Caro Amore,

com’è difficile scriverti ora, ora che sei qui, ora che sai.
Forse perché la paura di saperti presto lontana muove le mie ormai stanche parole.
Perché, infine, non posso fare a meno di amarti benché da Te fugga.
Io ti adoro, ti venero e ti supplico, o mia Amata.
Mio Cuore, mio povero Cuore, Tu soffri per lei. Ti adoro.
Ti adoro con la venerazione che si ha per una Dea, per un Angelo, per una Santa.
O Dolce Santa, lasciami essere il tuo pellegrino…
Lascia che io ti preghi ancora e ancora davanti a Te, simulacro della tua bellezza eterna.
Appare l’eternità dinanzi ai tuoi occhi: contemplo la beatitudine celeste di una creatura non di questo presente. Guardarti negli occhi vuol dire annullarsi, essere leggeri e pesanti allo stesso tempo, sentirsi sprofondare in un baratro di oscurità, una dolce oscurità come i tuoi occhi, profonda quanto l’intensità della tua stessa anima.
La parole, mio invalicabile scudo, con Te non servono a nulla.
Mi hai denudato del mio più grande vanto. Un tuo sguardo mi impietrisce.
Guardarti negli occhi vuol dire perdersi in Te. Morire, per rinascere nel segno della tua stella benedetta. Le tue parole mi toccano l’anima facendola vibrare sì che in essa si propaghi un dolce suono.
Le tue parole mi sono di conforto nel dolore e nella sofferenza.
Sei la mia prima aurora ed il mio ultimo tramonto. Quando mi soffermo a guardare l’alba o le stelle del cielo, ecco tu sei là ed il mio pensiero vola a Te.
Lasciami essere, amica cara, umile cantore della tua bellezza, tuo amico e tuo fido consigliere.
Lasciami essere tutto ciò per Te. Ecco il mio canto a Te, o mia Dea.
Eccoti la mia preghiera, accoglila come supplica.

Tuo, Claudio

p.s.: Ti prego, questa situazione deve essere risolta.

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