Tempo di bilanci


La mezzanotte è da poco passata e fra tredici ore sarò in viaggio per casa mia, alla volta della mia bella terra, quest'anno per l'ultima volta.
Non sono certo che, da casa, avrò molto tempo per postare per cui ritengo sia giunto il momento adatto di stilare un bilancio complessivo di quest'anno.
Sapete, nonostante possa apparire maniacale, non sono davvero il tipo che poco prima della mezzanotte del trentun Dicembre oppure il giorno successivo siede davanti alla sua bella scrivania bianca e sta lì a stilare una lista di buoni propositi per l'anno a venire.
Onestamente, non ricordo nemmeno cosa abbia fatto l'anno passato a Capodanno o giù di lì: oh, non perché fossi rintronato dall'alcool o da chissà cosa (tra le altre cose, sono astemio); semplicemente perché mi faccio vecchio e tendo a dimenticare le cose e, inoltre, non amo particolarmente il Capodanno.
Non ho mai amato questa festa in particolare e sempre mi ha portato molta amarezza negli ultimi anni.
È pur vero che, almeno negli ultimi anni di cui ho ricordo, ho instaurato una mia personale tradizione: a festeggiamenti compiuti, ormai tornato a casa, metto su un dvd comico-teatrale e compongo un cubo di Rubick (o almeno provo a comporlo compulsivamente: non sono mai riuscito a finirlo!).
A quel punto i miei ricordi si offuscano sempre...
Comunque, vi ripeto, non son solito stilare una lista di buoni propositi e certo quest'anno non sarò da meno.
Sto cercando di imparare, con schiaffi e sferzate della vita, a reggere i colpi: non perché così voglia ma perché così solo mi resta da fare. Ed essendo ancora giovane (una giovinezza ingannevole invero, vista la vecchiezza che dentro porto) ho l'impressione che dovrò reggere i colpi ancora a lungo e che non sia finita qui.
Partendo dal passato Gennaio cercherò di fare un breve sunto dell'anno guardandomi alle spalle.
Dal passato Gennaio posso dire di aver stretto relazioni significative, che è un modo per dire tutto e niente. Non posso dire di "amicizia" o di altro genere perché non sarebbe vero e, pure, conoscete i criteri assai restrittivi che applico alle persone per poterle dire "amiche". Certo, almeno un'amicizia l'ho stretta: quella con la cara Zippora. Ma, di questo, parleremo più avanti.
Ho trovato persone fidate e affidabili: ho meglio conosciuto le figure, laiche o consacrate, che mi hanno accompagnato e guidato in tutto questo lungo arco di tempo. Ho creduto d'essermi innamorato (un amore della mente, come una mia cara amica mi fece poi capire), ho reincontrato i miei vecchi "amici".
Con loro ho lottato, combattuto, sono arrivato ai limiti di me stesso ed ho vinto. Forse non per sempre, ma ho vinto.
Ho scardinato me stesso e le mie certezze, sono andato alla ricerca (e non senza molta sofferenza) di me stesso, delle mie origini: ho attuato un processo inverso a quello della costruzione della personalità.
La mia personalità, già costruita, già solida, ho tentato di scomporla,
di DE-costruirla ("distruggerla" non sarebbe corretto), per capire meglio il funzionamento di tutti quei singoli pezzi e con quelli ricostruire un "me" più forte e solido. Paradossalmente, ho scoperto (ancora di più) le mie fragilità, le mie debolezze, le mie mancanze e la mia incapacità di non accettare me stesso.
Cosa che sto cercando di fare, lentamente e con grande sforzo, per poter dire di "vivere" e non "vivacchiare".
Ho affrontato i miei rimorsi ed i miei sensi di colpa, le mie paure e le ragioni che mi hanno condotto realmente su questi bei colli. Un vero e proprio anno "catartico".
Sto ancora cercando di risolvere ed affrontare molti di questi problemi, incluso quello col Babbo. Ultimamente io e Lui non parliamo molto.
Quest'estate, per tutta una serie di circostanze che si legano a quello che vi ho fin qui detto, ho rischiato di abbandonare questi bei colli e questa università.
L'idea di abbandonare non mi lasciava e vi confesso che tutt'ora non mi lascia. Ma adesso sto risalendo la china.
Luglio è stato un mese magnifico e terribile: mi sono scoperto innamorato e mi sono scoperto ingannato.
Ingannato sulla mia origine, su verità contingenti ma necessarie ed ho detestato la persona che mi aveva ingannato: quella stessa persona che adesso amo profondamente ed infinitamente.
Mi sono, poi, scoperto innamorato: dell'unica persona di cui mai avrei pensato di innamorarmi, di cui mai avrei voluto. Mi sono innamorato della mia più cara amica, di Zippora. Un amore contrastato visti anche l'affetto e la gratitudine sincere che le portavo per essermi rimasta vicina in momenti difficili. Per salvare quest'amicizia così importante ho pregato Dio che si trattasse solo di una sorta di "transfert", un rapporto costruito su una mia percezione di fiducia: la verità è che, quel figlio di buona donna che è Cupido, non guarda nessuno in volto ma scaglia alla cieca i suoi dardi. Un modo carino per dire che non si sceglie di chi innamorarsi.
Costei mi era, e mi è, cara al di sopra di ogni cosa.
Spero che un giorno, profondamente, tu possa capire la necessità che ho avuta di dirtelo e possa perdonarmi i modi.
In Ottobre un grave lutto, di cui ancora profondamente mi dolgo, ha colpito direttamente la mia famiglia: ancora verso lacrime. Dio sa quanto, in passato, avrei voluto che quella persona scomparisse e quanto ora, invece, vorrei che fosse qui.
La vita sembra essere sempre troppo amara. In questi ultimi due anni, poi, sembra essere un cucchiaino di veleno somministrato nella giusta quantità per dar dolore atroce ma non per uccidere.
Adesso ritorno dalla mia famiglia e senza troppo rammarico lascio questi colli sebbene, ve lo confesso, ora avrei davvero desiderio di rimanere qui.
Questo è il bilancio di un anno che ha fatto schifo.
Non so cosa mi aspetti il prossimo, non so dirvelo.
Voglio essere ottimista senza cercare di fare una lista d'intenti: allora, gli esami andranno bene, studierò, mi troverò qualche hobby appassionante, investirò il mio tempo in relazioni vere, la dimenticherò.
Passerò avanti: avanti a tutto quello che mi è successo.
Avanti al ricordo doloroso di tutti quelli che mi aspettano insieme col Babbo: ho ancora lunghi anni davanti.
E adesso tocca solo risalire la china, con fatica, difficoltà.
Non mancano coloro che mi amano, forse manco io a me stesso.
Beh, è ora di ritrovarsi.
E noi, miei amati, ci ritroveremo per gli auguri di Natale e forse per qualche post qualche giorno più in là. Forse.
A presto.

Vostro, Claudio

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