Lettera a mio figlio, nel giorno del suo compleanno


Caro Figlio,

spero che tu abbia gradito il regalo di tuo padre e, più ancora, che tu ne abbia capito il senso profondo.
Non è per un eccesso di amorevole dedizione alla tradizione letteraria, che anima la nostra famiglia, che ti ho regalato questo diario o per non voler spendere denaro, e molto, in cose altre. Giacché, la cosa più preziosa che ho per te speso, sono stati i miei giorni: giorni di fatica e di grande gioia, per nessuno dei quali nutro rimpianto. Ricordo bene la tua nascita, quel lontano ventidue marzo dell'anno millenovecentonovantadue, ricordo bene la mia ansietà mentre attendevo che mi dicessero la fine di quel lungo travaglio, mentre guardavo il volto radioso di tua madre ed il tuo, di riflesso.
Oggi, figlio mio, nel giorno del tuo ventunesimo compleanno, ti regalo queste pagine bianche. Quando ero giovane avrei desiderato che mio padre si fosse avvicinato a me e, con una nota di orgoglio e di commozione (proprio come me questa mattina), mi avesse fatto dono di una simile cosa ma, sai bene figlio caro, che tuo padre padre non ha avuto. E sempre molto questo mi ha affranto.
Quest'uomo che ti vuol bene, e che ti scrive, ha smesso di cercare d'esser figlio proprio il giorno in cui tu nascesti, per rendersi conto di essere infine padre.
Ma non un solo padre abbiamo, questo te l'ho insegnato: non dimenticarlo mai.
Figlio mio, io desidero per te che tu possa diventare un uomo di cui andrai orgoglioso.
Desidero che tu possa innamorarti e lasciarti interrogare davvero dall'amore e, che questo amore, possa darti la libertà che oggi cerchi, coi tuoi amici, nei tanti giorni passati fuori casa.
Desidero per te che tu possa trovare amici sinceri e, più ancora, che tu sappia esserlo senza la misura dell'equilibrio: che tu possa essere come quei venditori che truccano le bilance per aumentare il peso, trasformando la tua vita, silenziosamente, nel piatto che il peso altrui alleggerisce.
Desidero per te che tu possa trovare un lavoro che ti stanchi: un lavoro a cui appassionarti senza che ti renda schiavo e ti tenga lontano dagli affetti, un lavoro per cui tornare la sera a casa ed addormentarsi sul letto con un sorriso sulle labbra, mentre ancora cercavi di togliere la camicia, un lavoro che ti renda libero di essere libero, un lavoro che ti renda capace di poter dire "Oggi ho fatto del bene".
Desidero per te che tu possa avere figli e figlie, come tuo padre ne ha avuti, e che questi rallegrino la tua casa spesso: col loro pianto, colle loro grida e col rompere i vasi (dono di nozze degli zii, o di chissà chi).
Desidero per te che tu possa vivere abbastanza a lungo da poter dire, un giorno, "Ecco, ho vissuto fino ad oggi per questo: per queste parole, per questa persona, per questo amico, per questo sentimento".
Desidero per te che tu possa scrivere, un giorno, una lettera come questa.
Desidero per te che tu possa essere felice e ricordarti, se vorrai, di tuo padre con la gioia nel cuore.
Figlio caro, non aggiungo altre parole a queste già molte ché la pagina termina e solo una pagina mi spetta da scrivere per farti balzare nel mondo, lontano, come un aquilone mentre io, a terra, tengo ancora il filo che un giorno taglierai.
Figlio caro, non riempire queste prossime pagine con il plumbeo inchiostro ma scrivile con i colori che sai: vivile.

Tuo Padre

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