Coincidenze



Ci sono cose che vorrei dire, nostalgie di cui vorrei discettare, sciocchezze che vorrei condividere ma, nella amarezza dai colori floreali di questo tempo, mi rendo conto di quanto non sia possibile. Di quali parole, e a chi, non possano essere dette; dei casi coincidenti che incrociano inevitabilmente vite differenti ma accomunate da un singolo evento di incontro.
Casi di cui non si può parlare: non dove converrebbe, almeno.
Perché? Ottima domanda. Il caso rimane un caso, le nostalgie sono solo nostalgie e le sciocchezze vengono maggiormente svilite dal tempo, eppure non si può parlare. Non dico che non si possa parlare di queste cose ma, piuttosto, che non si possa parlare affatto.
Perché? Una prima risposta potrebbe essere "la sofferenza". Il peso di parole che pesano non quanto tali ma perché rivolte ad un'altra particolare persona.
"Cioè? TRADUCI!" - mi starete gridando. Non so tradurre quelle che sono solo parole. Parole e basta. Quelle che sono parole che non dovrei nemmeno provare a pronunciare o mettere su carta. Ma, la sofferenza, forse era solo una prima e sommaria e difensiva risposta. La risposta di chi non vuole (o non è pronto) udire che è arrivata la Primavera e, con essa, io sono tornato.
Con parole nuove, un cuore immobile, ed uno sguardo finalmente limpido.

Claudio

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