Domande e risposte (giochi di significato)
Vorrei
delle risposte da te. Vorrei delle risposte, infine. Sempre te ne ho chieste,
continuerò sempre a chiedertene. Vorrei delle risposte, definitive.
Da fissare
nella mia vita e nel mio cuore. Risposte da te che, in questo cuore
rattrappito, continui ad entrare ed uscire senza sosta.
Perché, lo sai, lo hai
sempre saputo, che per te la porta è sempre stata aperta.
Lo sai da
quando, ardentemente, provai a confessartelo a bassa voce una volta;
lo sai da
quando, poi, decisi di imprimerlo su carta. Perché, per me, imprimere su carta
vuol dire imprimere a caratteri di fuoco nella mia vita: l’inchiostro è un
sentimento difficilmente delebile per chi vi ha consacrato la propria vita.
La
porta è sempre aperta, sempre lo è stata, sempre lo sarà, sempre lo rimarrà:
sebbene questi giorni mi gettino nello smarrimento, in te sono saldo. Sto.
Ogni
giorno vorrei parlarti ma trovo la scusa del tempo, del non aver tempo, del
concentrarmi su me stesso: ho solo paura di quello che potresti dirmi se mi
chinassi troppo ad ascoltare, se provassi ad interrogarti nuovamente.
La paura
di sentire quelle parole che nessuno mai vorrebbe ascoltare.
Forse, però, non
sarebbero così male: forse non sarebbero quelle che mi aspetto. Forse sarebbero
parole di gioia.
Ma
le parole sono vita e non trovo gioia in questi giorni, se non in quella di
alcuni giorni passati: ho dato molto, ho perso molto, sai?
Continuo
ad interrogarti con gli occhi, ogni volta che ne ho la possibilità.
Sempre ti
interrogo con le parole, nella mia mente. Non oso farlo davvero, temo la
risposta alla mia domanda: “Dove sei Gerusalemme? Dove sta la mia felicità?”
Temo
che tu, Signore, possa rispondere: “…(silentium)…”
Claudio
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