Dove si danno banchetti da restarci secchi! No proci, ninfe e perditempo!
Aldilà di te e del Mare
Tutte le ragioni che mi volevano lontano da qui, sono ancora nuovamente valide
Piove. Ho giurato di non pensarti più. Ho giurato che né quei modi né quella intensità ti avrebbero più riguardata. Il mio cuore vi sta riuscendo. Ora, devo solo dimenticare questi luoghi. Fuggire via, forse. Ora, devo solo dimenticare dov'è che sono nato. Nato all'amore.
Il treno non si muove. I paesaggi che fino a poco prima si sono susseguiti rincorrendosi, hanno ora lasciato il passo ad un pallido biancore: arranchiamo nella neve. Non posso allora non pensare, fissando questo tutto che si riduce ad un nulla monoespressivo, ma di una virginea bellezza, che questo è l'unico segno del cielo che non ci ha mai visti in uno dei nostri abbracci stretti . Ho sempre molto desiderato, fintantoché ancora sommavamo i nostri giorni insieme, ho desiderato che questo testimone del cielo ci vedesse così: noi, semplicemente . Uniti in uno di quegli abbracci in cui non si saprebbe dire il proprio estremo limite, tanto si è formati all'altrui forma. Avrei desiderato la neve ci cogliesse così: candidi anche noi . Pallidi, esanimi per la fatica, avvolti da quei sudari di dolcezza che erano, in quei momenti, le nostre lenzuola. Talvolta, solevo immaginarci più bianchi della neve stessa: quasi che la nebbia del mattino, entrando dall'ampia finestra, pot...
Ho nuove storie da raccontare, versi e strumenti che troveresti buffi come quelli che ci scambiavamo durante i giorni del nostro corteggiamento (della nostra conoscenza, dovrei forse meglio dire), quand'io cercavo di passarmi per l'uomo che non ero e tu mi seducevi col tuo - timido? - silenzio. Anche su quello ho oggi dei dubbi, perché nel nostro esserci resi vicendevolmente uomo e donna, c'era qualcosa che niente aveva a che fare col sesso e tutto, invece, con la ragione prima dell'esistere. Ne avevo idea? - ne avevamo? - Eravamo pienamente coscienti di quello che stava accadendo in quelle serate silenziose, quei giorni tirati a far tardi che si gettavano con impeto nel successivo e che riempivo con tante parole (forse più per la gioia di aver trovato qualcuno che le ascoltasse e nella quale potessi trovare quella corrispondenza elementare che fondò nell'amore i progenitori di ogni sentire umano) - e che riempivo con tante parole, dicevo, per darmi un tono che dov...
Ho finite le iperboli, dismessi i barocchismi, rinunciato alla comprensione piena della realtà ed ho asservito al pragmatismo più banale persino il linguaggio: avevo già capito che non c'è letteratura che valga la vita ma che la vita in nuce stesse tutta nell'essenzialità delle parole che la sostanziano e con altrettanta efficace sintesi sanno descriverne vividamente tutti gli accidenti, questo no. Nessuno me lo aveva ancora spiegato e non pensavo che al banco del pane, in un anonimo sabato sera terracinese, l'avrei finalmente imparato. Forse prima d'oggi non sono mai stato attento, altrimenti mi sarebbe già stato chiaro (e da molto) che dietro qualunque banco si sia -fosse pure quello del pane- bisogna accomodarsi per prendere appunti ed ascoltare la saggezza di chi arringa dalla cattedra, ornata di volumi che solo un insipiente quale sono (sic!) non riconoscerebbe come tali. In buona attesa, col cestino pieno di latte (e che c'è di più quotidiano e banale del p...
Ripensavo, non molti anni fa, in un momento nel quale la mia felicità mi pareva inafferabile per tanto vicina che fosse, ad attimi di più concreta beatitudine dove il tempo aveva acquistato un senso personale solo perché condiviso e condiviso nell'azione: è più di quanto uno come me, da sempre votato all'inazione, possa sperare anche oggi di vivere. Se non ci si lascia paralizzare dal timore di scendere più in profondità nella conoscenza e nel vivere quotidiano dell'altro, questo tipo di vita costituisce in verità il gustoso preludio alle più care trentanove parole . Ricordo, però, come in quei momenti di amorosa nostalgia tutti li miei penser non potessero che parlare d'amore ed anche quelle lenzuola lievi costituivano la succinta veste al nostro abito adamitico. Era il linguaggio parlato dalla pelle che leggeva nelle lenzuola dei "sudari di dolcezza" . Qualche giorno fa stavo piegando, solo, le lenzuola e mi è stato improvvisamente chiaro come un compito c...
Continuo ad osservare i mutamenti e gli stravolgimenti dell’universo e nelle sue sfere fisse ho ficcato i miei occhi tanto a fondo da non vedere ormai altro che intensa luce. Ho osservato le stolide meccaniche degli astri che avanzano in processioni irrituali e si fanno beffe della mia filosofia, scrutato il bagliore lontano delle lune nelle loro rotazioni, adempiuto alle computazioni dei movimenti delle sfere celesti, descritti i baluginii delle superfici di mondi lontani e mirati solo attraverso lenti che non erano mai le mie proprie. Ho vista la totalità estensiva della vita, così come potrebbe vedersi un’epifania capace di cogliere l’armonia di ogni cosa: l’ho permeata tanto a fondo da vedere il cuore stesso della vita e nella sua impressione, ho scorto il tuo nome. Sei ancora la radice di senso che rende possibili queste parole, il paradigma ultimo che le affranca dalla ripetizione monadica del quotidiano. Continuo a vivere nell’ombra della tua astrazione, guardando a quell’impo...
Pensavo agli abbracci . Da dove vengono gli abbracci? Chi li ha inventati? A cosa servono? E a che, chi li ha inventati, pensava servissero? E poi, l'ultima domanda, ricordate il vostro primo abbraccio? Le altre domande non mi occorrono, non ora, non oggi. Ma l'ultima, l'ultima mi illumina e raggiunge una consapevolezza piena: quella degli " abbracci significativi ". Nella vita, ognuno è stato abbracciato un numero considerevole di volte e, a sua volta, ha abbracciato un numero considerevole di volte. Si abbraccia una persona per tanti motivi: per dirle addio o per averla ritrovata; per esprimerle amore (in tutte le sue forme); per un riflesso incondizionato che, così spesso, ci porta a cingere improvvisamente una persona senza un motivo apparente. Si abbraccia per tanti e diversi motivi, insomma, eppure non posso fare a meno di domandarmi: quanti di questi abbracci sono veri? Quanti di questi abbracci sono veri nelle intenzioni? Quanti, cioè, sono stati d...
Mia carissima, sembra non passare giorno senza che una parte di me, per quanto piccola, ti riservi un angolo di tempo, un lasso di spazio consacrato all'incidentalmente pensarti: il resto di me, invece, compie lo sforzo immane non già di dimenticarti ma di porre a quest'alterità pensante, che ti figura in un passato nel quale immaginavamo il presente, la domanda di senso che succede quei giorni pregni di significato: "Perché?" Perché riaffiori? Perché sei ancora qui? Perché lasci che la sua figura trasparisca come un'eco del passato? Ci sono momenti nei quali, specchiandomi in un vetro che guardi al domani, rivedo fra luci ed ombre la mia immagine riflessa e la tua pure, che si sovrappone a tutti i futuri possibili ed in quelli più concreti riaffiora sui volti che travedo vicini e mi figuro tratti nuovi ed immaginifici capaci di ricomprenderti. A questo punto della mia vita, dove pensarti diversamente non è più solo un'ipotesi, mi chiedo se la ferocia con la ...
Alla cara amica Zippora , per l’affetto e l’obbligata devozione che le porto. Miei amati, ritorno a voi dopo qualche giorno dall’ultimo post e dagli auguri pasquali. Per chi di voi mi segue da “ il grano sussurra ”, avrà riconosciuto in questo titolo un omonimo di un precedente già presente nel vecchio blog. Ebbene, come per quel blog, anche qui questo post è dedicato ad una cara amica: diverse le circostanze ma simili le parole. Perché questo elogio? Come suggerisce lo stesso titolo, per giustizia. Perché sia adempiuta ogni giustizia. Un elogio è giusto quando meritato e non sono certo io a dire che questo mio lo sia: come recita il libro dei Proverbi, infatti: “Datele del frutto delle sue mani /e le sue stesse opere la lodino alle porte della città” (Pr 31, 31) Ebbene, le sue opere, le sue azioni parlano per lei. E l’azione di grazia che questa donna gentile ha mosso verso me, la rende oggetto di questa umile e bassa lode. Umile e bassa, perché le mie parole sono imp...
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