Atomo



Atomo il mio cuore: spaccato, diviso. Spaccato l'indivisibile, divisa l'unità.
Come due mani, che lo abbiano preso e ne abbiano squarciate le carni: aperti atrii e ventricoli, una divisione rozza e perfetta di cavità tanto fragili.
Chi ne beva del sangue innamorato, non so.
Io sono un atomo, tu il mio Fermi.
Penetrata fra le carni, hai fatto polvere di quest'ampolla come non pensavo sarebbe mai stato possibile, inutile negarlo.
Con la rabbia del peggior bassista rock, hai distrutto la mia cassa di risonanza.
E la mia corda, che tenta di vibrare, sperde in un suono secco, all'aria, il suo
canto d'amore.
Buffo, buffo quello che siamo stati: due elettroni. Sì, due elettroni. Due elettroni attorno al nucleo del nostro sentimento: ci siamo girati intorno, studiati e studiato. Studiato il sentimento, quel nucleo instabile di un atomo altrettanto instabile.
Ricordo con fatica le lezioni di chimica: la primavera era alle porte, l'aria era brillante, la brezza mi dava l'odore della pelle.
Pelle che in quei giorni ben conoscevo, pelle che non era ancora la tua.
Distratto, scribacchiavo versi. Due, tre, sì: scrivere per non morire.
Per non morire di noia, per non stare nella rigida gabbia di quelle anguste mura, dentro la forma degli orbitali degli elettroni.
Questo, questo ricordo mi sfuggiva: orbite, orbitali.
Girarsi attorno, vorticosamente. Dare e cedere, avere.
Per essere stabili, per avere stabilità.
Questo fanno gli atomi, ora lo ricordo appena e con difficoltà: si cedono vicendevolmente elettroni per raggiungere un punto di equilibrio, per bilanciare la naturalezza del loro essere.

Così, noi pure: girarsi attorno, vorticosamente velocemente, in orbite e orbitali. Nello stesso atomo, ma senza mai incontrarci, senza mai toccarci, incrociarci.
Senza un punto fermo abbastanza stabile da poter condividere per riuscire a dire:
"Ti ho incontrato davvero, tu sei l'altro che aspettavo!".

Due elettroni, attorno al nucleo del nostro sentimento: fragile, instabile, creato col tempo ma per poco.
Per un'infima esistenza: che cos'è un atomo dinanzi al divenire del cosmo?
Che cosa siamo stati noi dinanzi alla permanenza, breve, delle cose umane sacre?

Un nucleo, instabile: questo è stato, invece, il nostro sentimento.
Nucleo instabile, che cercava equilibrio, senza la forza d'attrazione bastevole a mantenerci entrambi, a mantenere questi due elettroni, roteanti intorno a sé. Fragile, e così bello. Instabile, ma così potente.

Alla fine, è così che va: si cede sempre l'elettrone più esterno.
E tutto trova equilibrio.

Se è equilibrio che posso chiamarlo, è quello del folle, quello del solo:
di chi consuma se stesso ruotando ancora attorno ad un sentimento inesistente, un nucleo dissolto.

L'elettrone più interno, più vicino al nucleo, è ancora lì che gira: gira intorno ad un centro che esiste per lui solo. L'altro elettrone, troppo esterno a quel nucleo, troppo esterno a quel sentimento, ha ceduto assai tempo addietro.
Sono un atomo, sono un'unità divisa.
Io sono un atomo: mi dicono che gli atomi si leghino fra loro, formino molecole, si scambino elettroni. Ero assente per quella lezione.
Io sono un atomo.


Claudio

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