"E adesso, Draco, senza di te, che cosa faremo? A chi ci rivolgeremo?" "Alle stelle, Bowen. Alle stelle..." Quando ero bambino e si rientrava, verso mezzanotte o più tardi, da casa di amici o parenti che abitavano in campagna, io solevo distendermi sui sedili posteriori dell'auto. Mi stendevo e venivo coperto col cappotto di qualcuno. Ero abbastanza piccino da distendermi completamente senza, però, dover ritrarre le gambe come un bambino che giaccia, in attesa, nel ventre materno. Ricordo che, spesso, nel tragitto che dalle remote case di campagna ci riconduceva fino a casa, tragitto immerso nella tenebra profonda e nell'odore dei campi e dei fiori notturni, da sdraiato che ero volgevo lo sguardo verso lo spicchio di cielo che potevo vedere stagliarsi chiaro sopra di me. Chiaro ed infinitamente grande. Perdevo, allora, la mente a vagare in quegli infiniti spazi, disegnando forme imaginifiche con le dita e tracciati che un giorno avrei percorso....
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