Lettera nuova (A Silvia)


Sei ancora lì, incagliata nella mia anima in un modo misterioso che mi rende ancora completamente soggetto alla tua volontà benchè tu non ne sia affatto cosciente, anzi, non ti curi affatto di me. T'amavo e forse ancora t'amo, definirti e definirlo è impossibile perchè davvero sei rimasta come scritta a caratteri ardenti nel mio cuore. Ti imprimesti come fiamma viva in questo cuore che sembra non abbia più diritto di scacciarti.

"Odi et amo; quare id faciam."

Si, ti odio e ti amo ma non so come sia possibile. E ti odio perchè ti ho vista con lui, con lui che tu hai scelto d'amare, tradendomi. Non eri in un posto qualsiasi, no.
Quella giornata sino a quel momento era stata perfetta: una piacevole passeggiata pomeridiana, il sole, il vento sul volto e poi un infausto presagio. Già, ormai presagisco la tua presenza persino da lontano. Ero con un amico e fece per svoltare su un angolo del lungomare, io gli dissi di no perchè in quel posto la tua presenza era viva, perchè in quel luogo, dove io ti avevo portata, ci eravamo conosciuti davvero. Avevamo messo a nudo tutto di noi stessi aprendo anime e cuori: qualunque fosse il tempo o la temperatura era consuetudine ritrovarsi lì, sedersi su quella panchina e parlare, parlare per ore, parlare di noi. Arrivavamo sempre a qualche minuto di distanza ed osservavamo il tramonto, il sole morire ed immergersi, e proseguivamo così a parlare sino a quando non era la luna ad illuminare il mare e la notte tutta. Contavamo le stelle da lì, inventando nostre strane costellazioni: mai ti dissi, però, che ne inventai una col tuo nome; mi sembrava troppo infantile. Ecco perchè avevo scelto quel posto per noi: per la suggestione che mandava, che ne scaturiva.
Quando mi lasciasti iniziai un folle pellegrinaggio in quei luoghi, in tutti quelli nei quali eravamo stati, nei quali avevamo parlato, discusso, anche quello nel quale, sotto le stelle ed il vento freddo delle sere estive, ci eravamo amati.
Perciò anche quel tratto di mare sulle nostre anime fu meta di pellegrinaggio, solo perchè Tu, la mia Santa, vi eri stata.
Quel giorno ti ho vista, anzi, intravista: eri con lui nel nostro posto, con Minardi (mi si riempie la bocca di sdegno e di disgusto al solo pronunciarlo o pensarlo, mi vien quasi da sputare a terra).
Il mio amico, che tutto sa, che tutto conosce, mi tirava volendo costringermi a passare a testa alta davanti a te ma non riuscii e come un codardo, con il cuore in gola, fuggii prendendo un'altra strada.
Ho sperato tu non mi avessi visto, passavo dietro un grande masso ed io stesso ti intravidi con sforzo ma ci volle solo qualche secondo, perchè le tue linee sono inconfondibili. Come vedi ancora sono in grado di riconoscerti fra mille: lui ne sarebbe capace?
Però, da quando ti sei legata a lui sei più bella, ti vedo più gioiosa, più radiosa, più luminosa, più curata. Hai cambiato acconciatura e tolto quella orribile tinta blu e poi rossa dai capelli. Sono ritornati come le "negre chiome" cantate, di quel colore che è tuo e che mi piaceva così tanto. Inoltre indossavi una maglia d'un rosa chiaro, ti stava così bene. Ho notato anche il nuovo tatuaggio dietro il collo, mi dicesti già quando stavamo insieme che avresti voluti farne altri, di nuovi, accennasti ad un numero che ora non ricordo. Il nuovo tatuaggio l'ho notato fuggendo, passando dietro, alle tue spalle, come solitamente fanno i traditori, non i traditi. Il mio amico invece t'è passato davanti e t'ha insultata, forse perchè tu l'hai salutato con un sorriso dei più fulgidamente falsi che ogni persona intelligente capirebbe essere un insulto. Tu la mia presenza la intuisti, lo so. Per un attimo ti sei voltata come per esserne certa ed io mi sono nascosto nell'ombra, dietro un albero. Come un ladro ma ladro io davvero non potevo esserlo: eri stata tu a rubare il mio cuore e poi a calpestarlo.
Il resto della giornata fu pessimo, il resto della giornata fosti Tu.
Come vedi, malgrado la pubblicazione delle lettere, ancora non riesco ad estirparti da questo cuore. Sei per me erba infestante, malefica e venefica perchè non vedo più nulla di buono in qualunque cosa tu mi abbia potuta donare.
Quel giorno è stata una prova lo so, è stata una prova per me che ho deciso di accingermi a diventare un servo di Cristo, nei prossimi anni, con tutto il corpo e con tutta l'anima.
Ma tu sei ancora lì e bruci come fuoco greco.


Tuo,S.S.

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