"Ecce homo": scritto su mio Padre

  
5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". 6Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa". 7Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio". 8All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: "Di dove sei tu?". Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?". 11Gli rispose Gesù: "Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande".
Gv 19, 5-8

Oggi si adora la Croce, la Tua Croce. E questo scritto è dedicato a Te, Papà. A Te che sei l'Unico in grado di amarmi incondizionatamente e completamente. Ho sperimentato cos'è l'amore umano e non mi basta, non mi basterà mai: desidero la completezza che solo il Tuo Amore può donarmi, Padre. Desidero sperimentare il Tuo Amore ogni giorno, è per questo che gli altri non comprendono ma è pur vero che io non mostro. Ma come potrebbero comprendere che l'amore che ho per Te mi porta alle lacrime? Come potrebbero, Padre, come potrebbero? No, mi sono accanto ma non comprendono: Silvia non comprendeva, la mia famiglia non comprende. Un giorno, forse, Padre mio, sarò tuo servo, servo tuo e dei tuoi figli che diverranno anche i miei. Un giorno...
Forse...
Ma quello che è certo oggi, è che l'adorazione di quella croce, strumento di morte e di salvezza, presto terminerà. E questo è lo scandalo ed il paradosso cristiano, quello gridato ed esaltato da Kierkegaard: un Dio che fa della croce, strumento di tortura, il suo trono. Un trono regale per un Dio che muore regalmente. E noi, viviamo e moriamo in questo paradosso: un paradosso che esaltiamo e glorifichiamo. Che privilegio, Signore, lodare quel legno glorioso! Tale privilegio sta nella Salvezza, poichè solo alla Luce della Resurrezione, la morte e la Croce acquistano autentico significato. Nella morte che è vita, Tu, Dio trafitto, annienti il peccato con parole di perdono e ci doni quella salvezza che viene dal Padre.
Adorazione della Croce...
Tutti sanno che il Sabato Santo il Tabernacolo è vuoto, la cosa mi mette a disagio. Sento la tua casa spoglia, vuota, non abitata. Quasi tu fossi uscito in fretta, lasciando le porte tutte aperte. L'altare è nudo, scoperto: non me ne capacito. Sono abituato a vederlo tutte le domeniche, tutti i giorni, con le solite tre tovaglie che lo ricoprono. La Tua presenza si evince solo da quella croce silenziosa, accanto all'altare, che suggerisce al cuore parole che stento a capire. Mi sento solo, Papà. Tu lo sai, ho spesso il cuore triste, ho spesso il cuore arido: ti prego ma non ti sento. So che non sono preghiere inutili ma non ti sento, non ti sento amore mio. Sento il cuore vuoto. Un cuore che ha un bisogno matto, un bisogno folle della Tua presenza confortante. Una presenza che lenisce e guarisce anche le ferite più profonde. A volte, solo a volte, sento però il cuore ardere. Come ieri, quando ti vegliavo: il cuore mi ardeva di felicità e gioia nel petto. Non batteva, bruciava.
Per tutta la giornata di oggi, la Tua casa sarà vuota: questo mi rende infelice. Mi fa sentire solo, più solo di quanto mi senta solitamente e, di solito, mi sento molto, molto solo. Tu hai promesso di esserci sempre ed io lo so che le Tue promesse non sono quelle umane. Anzi, non lo so, piuttosto lo spero. Lo spero perchè sei Dio e perchè non ho altri che Te. Perchè davvero non mi sei rimasto che Tu. Hai promesso di esserci anche se fossimo disconosciuti dai nostri genitori e ripudiati dalle nostre madri, anche se tutti si dimenticassero, Tu, hai promesso di non farlo. E voglio crederti, lo voglio davvero. Ma oggi la tua Chiesa è spoglia e Tu non ci sei. Però, la Resurrezione passa per la morte: questa certezza l'ho acquisita e maturata col tempo. C'è bisogno che tu muoia prima di poter tornare nuovamente al Padre e come la Croce, prefigura la Salvezza, così anche questa Chiesa vuota prefigura la tua Pasqua. Perchè lo so, ne sono certo, quel tabernacolo aperto e che non è vuoto ma solo in attesa, annuncia il vuoto del tuo sepolcro ed il nuovo riempirsi del mio cuore.


Tuo, Claudio

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