A mia Sorella

Miei amati cari quattro lettori, continua oggi il ciclo di lettere d'amore una volta dedicate a Silvia e destinate oggi ad essere pubblicate per estirpare il suo fantasma. Oggi pubblico,


 A mia Sorella,

Sorella mia, perdono. Perdonami, perchè mi sono innamorato di te.
Lo so, riconosco il mio peccato, Il peccato d'essermi innamorato di mia sorella, o meglio, della sorella dell'anima mia.
Amore mio, vago tumulto.
Il gioioso tumulto che c'è nei tuoi occhi, io non posso descriverlo. Perchè i tuoi occhi neri sono per me perdizione dell'anima, perchè nei tuoi occhi io, trovo la pace.
Dimmi perchè. Dimmi perchè i miei occhi sono persi a contemplare tramonti lontani quando tu non ci sei, o dimmi ancora perchè nelle sere di luna chiara, in cui mi sei lontana dalla mente e dal cuore, mi riscopro a guardare il chiaro astro; sperando di poterti sapere più vicina se anche tu lo guardi. Perchè? Perchè???
È perchè la tua mancanza fa male, perchè non ho altro desiderio che te, quando non ci sei e perchè non ho altro desiderio che la tua stessa felicità, se invece mi stai accanto.
Invidio chiunque ascolti le tue confidenze, invidio le persone alle quali tu riserbi il tuo magnifico sorriso, le loro orecchie hanno il privilegio di ascoltare il canto di sirena, e non c'è bisogno che bevano appena cento delle tue parole e già ne sono ammaliate.
A lungo, o mio cuore, ho cercato la via che mi portasse a te. Ed ecco invece, che in quindici parole ti ho trovato.
Ho trovato sul tuo viso un sentiero di verità, sulle tue dolci labbra parole di consolazione.
"Sulla tua bocca io troverò il riposo e nella tua anima troverò la pace d'amore", ha scritto qualcuno, forse io ora.
Ma quel riposo e quella pace, io li troverò, avrò la forza di affrontarli e decidere nel mio cuore "il Santo viaggio" verso la mia Gerusalemme: Tu.
Un giorno, troverò io in te la pace che non sia quella alchimistica di soporifere polveri.
Cara amica mia, sorella diletta, è questo il perdono di cui ti parlavo, è questo il perdono che implorato, spero di ottenere. Perchè se tu fossi mai la causa di tutte le mie afflizioni, allora io conficcherei più a fondo nella carne questa lama, perchè dolce è il sapore del sangue alla bocca.
Se tu sei il mio tormento, allora possa tu continuare a tormentarmi, possa tu continuare ad essere il pugnale che trafigge il cuore pulsante, possa tu continuare ad essere il mio male poichè amando ciò che mi rende malato, allora amerò anche la malattia che sarà per me meno greve.
Non nego che alla tua vista io tremo, palpita il cuore, mentre le mie parole sono gelo per ciò che anima i nostri cuori che, ad Amore piacendo, batteranno all'unisono.
Ho paura di perderti. Ho paura che tutto ciò che mi accade ti possa allontanare da me, che non ho altri da amare, che non ho altri che Te.
Parole...
Quante te n'ho finora riservate. Ti ho chiamato Dea, Angelo e Santa, rinnegando qualsiasi altro culto che non fosse il tuo e quello del tuo Creatore, che forgiò sì mirabile opera.
Tu sei reale, tangibile quanto la terra e la polvere che tocco quando mi inginocchio tremante, eppure, se non ti trovassi su questa Terra, giuro: andrei a cercarti vicino alle stelle, lì dove abitano gli Angeli.
Oh, io ti prego Immacolata Santa, ti prego per la tua stessa santità alla quale sono umile devoto: stammi accanto, stammi vicino perchè riesca così a cogliere nei tuoi occhi, quella bellezza che siamo "noi".
Ogni volta che ti sto davanti ho paura, paura di sbagliare, paura che le mie parole non possano bastare.
Potrà sembrarti assurdo, ma ho spesso paura di aver finito le parole, soprattutto con Te, ho spesso paura di avere già detto tutto ciò che si poteva dire, ho spesso paura di aver consumato ogni espressione che ti possa rendere grande agli occhi deglia altri; che forse dovrebbero iniziare (come io ho già fatto) a guardare alla tua anima, perchè è quella che ti rende veramente grande, perchè è quella che ti rende veramente bella.
Ho paura di averti già detto tutte le parole più belle che avrei mai potuto dirti, ma poi mi accorgo che anche queste sono parole che non ti ho detto.
E allora acquisto la certezza che per te avrò sempre parole, avrò la certezza di parlarti anche nei nostri silenzi.
E dopo questa lettera che forse, perdonami Sorella mia, è troppo poesia; solo due parole: ...

Tuo, con amore sconfinato, N.G.   

Commenti

Post popolari in questo blog

Canto mongolo

Ozymandias, ovvero le vestigia della mia grandezza

Non conosco il tuo nome

Alla Donna passata

Ascolta, mio povero cuore

Parossistica di ogni sublime tristezza

Lettera alla donna che verrà

Lettera dal Mare