Per gli occhi di una donna


Per gli occhi di una donna, forse, venderei l'anima.
No, non al diavolo che l'acquisterebbe per* la sua carne e la mia felicità.
No, non alla morte ristoratrice ché questa da lei mi trarrebbe via.
A lei sola, alla mia donna, la venderei per uno sguardo degli occhi suoi:
per** la profondità di quelle belle silve, Amadriadi, mi chiamano con danze ammalianti. "Vieni, mortale, e saprai cos'è una ninfa. Vieni, mortale, e saprai cos'è l'eternità." E giocano con me ad un rimpiattino che negli occhi belli sono luci che s'animano danzando.
Per gli occhi di una donna, forse, annegherei la tacita ostilità che insistente taglia il mio cuore. Rinunzierei agli onori e agli altari, al servizio che struggendomi amo e odio perché mi vuole inchiodato, ma non a lei.
Per gli occhi di una donna, forse, smetterei di sognare.
Ché solo un sogno può, ora, dire ch'ella ami quel cuore di chi arde per lei: una tale sogno basta al più ardito dei poeti, quelli che incamminano le parole oltre il bel viso e vanno a scoprire la matrice della vita.
Per gli occhi di una donna, forse, m'abbasserei, umiliando questa lacera carne, alla villania di chi ama imperfettamente.
E schiavo, asseconderei la sua volontà.
Per gli occhi di una donna, forse, farei migliore il mondo.
Perché i suoi occhi non abbiano a vedere la miseria che ora vedono e che suscita loro lacrime pietose.
Per gli occhi di una donna, chiare scintille nate al principio del Creato, forse piegherei su se stesso l'Universo perché, farfalle in gabbia, non abbiano a fuggire sì lontano che il mio pensiero non possa raggiungerle.
Per gli occhi di una donna, forse...

Tuo, con amore infinito, Claudio


* in cambio di
** attraverso

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