Appena sotto la pelle... e poco più sotto


Ecco dove sei: appena sotto la pelle. Appena sotto il sottile strato di coscienza che si è posto in dovere di non pensarti più. Da dove sei ora, non posso scacciarti:
sei sotto la pelle. Sei protetta da quella sottile ed intangibile guaina di razionalità che protegge il mio essere-sopra dal mio essere-sotto.
Ti sei aggiunta a tutti i demoni che sono il mio essere-sotto.

Dietro gli occhi, la mente produce immagini di tenebra…

Sotto la pelle sei protetta, non posso toccarti: giaci sotto la coscienza razionale, che il tuo pensiero torna a tormentare quando, di notte, le barriere si fanno sottili e permeabili ed i sogni, più sottili e leggeri dell’aria e dell’acqua, escono dall’utero che li ha generati e traversano le più ferree certezze e consapevolezze. Ed io, per quanto posso, prendo come mia la colpa di trattenere il tuo pensiero lì, sempre lì, infinitamente prima che il sogno si consumi (consumi se stesso) e non abbia più alcunché da sognare. Ecco, allora, che la tua immagine si fa spettrale.
Uno spettro fatto della sostanza della grazia, che incede con l’elegante passo che ti è solito e mi cinge con le braccia voluttuose della sua malia.
Mi vieni incontro allo spegnersi della mente ed appari con la forma e la sostanza della tua umanità. E torni a tormentare, al risveglio, la mente lucida che t’aveva scacciata: i giorni prendono allora il sapore del tuo ricordo.
Non ho forse mai avuto un demone così amabile!

Claudio

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