Sotto gli ombrelli


Piove, ancora. Mi sembra non abbia mai smesso.
Quando piove ho sempre l'impressione di conoscerti ancora, di averti ancora al mio fianco, di avere ancora la mia amica vicina a me.
Quando piove ho l'impressione che il tempo si fermi: non riesco a fermare la pioggia con le mani, non riesco a mettere una diga a quello che mi accade addosso.
Aspetto solo che l'acqua mi lavi e mi renda più leggero.
Quando piove ho l'impressione che il tempo torni indietro: i vetri bagnati mi ricordano i miei due vetri, bagnati anche quelli. Quelle misere lenti che non potevano fare altro che bearsi del tuo sguardo innamorato (mi piace pensare lo fosse davvero), che non potevano fare altro che arginare le gocce di felicità che scorrevano dal cuore fino a te, che non potevano far altro che guardarti e sorridere. Sorridere, perché tu non conoscessi quale segreta sorgente mi era nata in petto. Quando piove, il tempo si riavvolge come un vecchio nastro su cui premo solo il tasto play: la scena che vedo di lontano, sono due giovani, sotto la pioggia, che si baciano parati da un ombrello. Da cosa li protegge quell'ombrello nero? Dall'acqua? Credi che, se piovesse, quei baci ardenti smetterebbero?
No, ti dico, non lo farebbero. Sembrano amarsi. Sembra...
Insieme alla pioggia scorre il mondo, ma quei due ragazzi hanno fermato se stessi per far battere, anche solo per un poco, i propri cuori all'unisono.
Piove, ancora. Ma non importa. Non c'è nulla che turbi il loro abbraccio, nulla che fletta l'ardore di quelle parole silenziose che muovono le labbra sole.
Sotto il loro ombrello, il tempo si è fermato.
Piove, ancora. Sotto gli ombrelli si consumano sempre i grandi amori.
Io non riesco a dimenticare quei due ragazzi sotto il grande ombrello nero, non riesco. La pioggia mi fa credere che tu sia ancora possibile, che tu possa ancora rientrare nel novero delle persone possibili nella mia vita.
Nel numero di quelli che posso credere ci saranno ancora.
Se piove, mi rattrista aprire l'ombrello: rivedo le tue mani che lo afferrano, infastidite, e lo scostano. Dovevi arrivare alla mia bocca e, in quel momento, ti era solo d'intralcio. In giorni passati, ho spesso desiderato che questo ombrello potesse tornare a darti fastidio, ma non è possibile.
Da quel giorno sotto la pioggia, in ogni volto di donna sotto un ombrello vedo il tuo: la mano, fredda, a stringere l'altra di colui che regge l'ombrello.
Il valore di una vera coppia, il loro banco di prova più difficile, è dividere l'ombrello. Sotto gli ombrelli si consumano sempre i grandi amori.
Quando dividi un ombrello, quando due mani si intrecciano a sorreggere il peso che una solamente non potrebbe sopportare, è il calore di quella mano che ti para dalla pioggia. Il calore di quella mano che ti riscalda le membra, il calore di quella mano che ferma il tempo sotto l'ombrello e ti fa incedere verso la strada che hai innanzi.
Piove, ancora. Ho visto amanti, durante i temporali, bagnati dall'acqua ma non toccati dalla pioggia. Amanti senza ombrello, il cui unico riparo era una mano stretta: in quel punto di unione, piccolo, stavano, sicuri, due cuori.
Piove, ancora. Nei volti di donna vedo il tuo, in quelli loro accanto non compare mai il mio. A quel punto le mie lenti sono troppo appannate per potermi vederti accanto. Capisco, allora, il mio sguardo essere trasognato, la mia mente solo affannata, e questo mio desiderio solo la voglia di essere felice.

Claudio



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