11 Settembre
Miei amati cari quattro lettori, mi ero riproposto di presentarvi il testo che seguirà il passato undici Settembre, in memoria del decennale di quel famigerato giorno, tuttavia molte idee, tra cui questa, sono rimaste a lungo in cantiere per via prima del matrimonio in Puglia (in quei giorni infatti mi trovavo lì) e poi per via del trasferimento a Siena.
Il testo risale infatti alla prima lezione di italiano del mio primo giorno di scuola alle superiori, ormai ben cinque anni fa.
L'insegnante volendo valutare il nostro livello di scrittura ci propose un tema libero.
Dopo circa mezz'ora di riflessione produssi, in poco meno di un'ora, il testo breve che seguirà e che risultò, allora, come il migliore prodotto:
Ero ingenuo, e piccolo, ma pensavo di poter fare tutto, poi quando ti trovi davanti all'impotenza, soffri. Era un pomeriggio come altri di cinque anni fa, guardavo i cartoni, avevo nove anni, eppure ad un tratto li interruppero per comunicare una notizia importantissima; era settembre e stava per iniziare la scuola, era l'undici settembre duemilauno.
Guardavo le immagini che scorrevano su tutti i teleschermi, su tutti i canali, su tutte le reti.
C'era paura in quelle immagini, angoscia, terrore, dolore e ansia.
In quei momenti ero un essere vegetale, non pensavo, ascoltavo e basta.
Due aerei si erano gettati contro i due grattacieli più famosi di Manhattan, contro il complesso del World Trade Center; e c'era fumo, tanto fumo.
Le persone fuggivano, i soccorsi arrivavano a gran velocità; nessuno pensava, tutti agivano.
Tutti parlavano, osservavano e gridavano, esclamazioni, la paura allo stato puro che si era iniettata nelle persone, l'adrenalina.
Stavo guardando l'occidente piegato dai terroristi che morivano per Allah, per la guerra santa. Era la follia inevitabile di un mondo in autodistruzione.
Ma io questo, tempo fa, non potevo saperlo, non sospettavo; ancora immagini angosciose che mi scorrevano davanti, e poi...
...l'inevitabile, le Torri Gemelle caddero.
Da quel giorno iniziai a provare disgusto per le persone che credevano esistesse una guerra santa e fosse necessario morire per questa.
Ma quella terribile giornata non era ancora finita: un aereo si era schiantato contro il Pentagono provocando la morte di trentasette funzionari statali ed un altro, poi deviato dai passeggeri, si stava per schiantare sulla Casa Bianca. Nei giorni seguenti negli Stati Uniti e nel mondo era il caos: voli venivano cancellati, misure di sicurezza rinforzate, e c'era da fare il bilancio delle vittime. Stupefatto come non mai da quella crudeltà, tornato a scuola, notai che tutti come me si facevano la stessa domanda: Perchè?
Ma non trovammo risposta, l'unica cosa che però restava erano i cadaveri: tremila corpi, tremila persone che non avevano altra colpa se non quella di aver preso un aereo per fare un viaggio o di essere andate a lavoro, tremila innocenti sacrificati inutilmente in una guerra futile.
Forse, questo è un evento ricordato o riportato da molti giornali, ma tutti lo fanno in modo oggettivo, non soggettivo, perchè questo era il mio undici Settembre; il giorno in cui mi resi conto che l'umanità non era altro che creta, modellata a piacimento da persone che non pensavano ad altro che a se stesse.
§
In memoria di tutti coloro che persero la vita quel giorno o che persero qualcuno o che, in un modo o nell'altro, la vita se la videro cambiata.
L'ho già detto, era l'undici settembre di un bambino di nove anni: spero non offenda nessuno.
Bene, miei amati cari quattro lettori, con questo vi lascio. A domani,
Vostro, Claudio
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