Casa, com'è dolce casa!


Miei amati cari quattro lettori, eccomi tornato a voi dopo un periodo di assenza dovuto al lungo periodo di festività.
Quest'oggi torno a scrivervi da Siena dove son tornato giusto da qualche ora e dove passerò qualche giorno in solitudine per via dell'assenza del mio compagno di stanza.
Sapete, l'abitudine al cielo di questa città, che ora molto amo, mi aveva fatto dimenticare la bellezza della mia Terracina.
Avevo dimenticati i gabbiani, il loro bel volo fermo o acrobatico sulla brezza che spira forte; avevo dimenticato il rumore del mare, il suo profumo quando si frange fragorosamente contro gli scogli e quel vento freddo che taglia il viso ma è buono perchè sa di salsedine e apre i polmoni.
Avevo dimenticato il tramonto. Il cielo che fiammeggia all'orizzonte: il sole, come una bellissima lama, tramontando ferisce il cielo che sanguina.
Una linea dorata, poi, sovrasta questo benevolo sangue e cinge tutto l'orizzonte come un anello nuziale: oro puro, quello che gli alchimisti bramavano! E poi, poco più su, i colori che digradano lievemente dall'azzurro al blu intenso della notte che sovrasta ormai tutto.
Avevo dimenticata questa bellezza che non trovo qui.
Avevo dimenticato quanto mi calma il suono della risacca e quel gioco di luci che colora di sangue questo mare, come il Nilo. Bella la mia Terracina!
Comunque, sono tornato e da domani tornerò a postare ma per oggi è tutto.
A presto.

Vostro, Claudio

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