Primavera


Dunque sei davvero tornata, cara primavera!
Dirti che t'ho agognato sarebbe una spudorata menzogna: per tutto l'anno cerco di evitarti, di spingerti più in là, di mandarti via, di ricacciarti pregando per un poco di pioggia ma non funziona mai.
Chissà, dovrei davvero provare le mie danze nelle zone monsoniche durante la stagione delle piene, forse conterrei i fiumi!
Ah, miei amati, come state? Mi siete mancati. Lo so, lo so: v'avevo promesso che sarei presto tornato a scrivere ma c'è stato un po' di trambusto in questi ultimi giorni. Queste pagine non sono più sicure e cercando di mantanerle tali e di preservarmi la salute mentale in vista della visita, ormai imminente, della mia famiglia ho preferito immergermi in studio, lunghe passeggiate e meditazione. Chi sa che non mi riesca di fare "il passo, a pochi passi dall'altare", direi che sarebbe ora. Comunque, questi giorni sebbene affannati da diversi crucci mi hanno visto più sereno, più sano, più allegro ed in salute. Non vorrei parlare troppo presto ma oserei definirlo un periodo felice.
Oh, vedete, ad oggi c'è uno strano concetto di felicità: la si pensa come assenza di tristezza, di angosce, di patimenti. Insomma, come un periodo dove tutto vada bene. Sbagliato! Signori, questa non è felicità, questa è illusione di felicità: apatia, oserei dire. L'illusione cioè che il tutto bene, tutto in ordine e l'assenza di emozioni profonde ed anche buone, come lo è la tristezza, sia un ottimo risultato. Ah, vana illusione!
La tristezza, le angosce, i patimenti e così via, quando non diventino cronici, sono un ottimo toccasana per l'anima ed il pensiero.
Danno la possibilità di ridimensionarci, chinarci su noi stessi e ritrovarci in uno slancio che dall'introflessione passa all'estroflessione: un'apertura verso il mondo, dunque. Ecco perché son buoni, riequilibrano l'anima.
La felicità è perciò un arco temporale nel quale le gioie e i dolori non si superano vicendevolemente ma si equilibrano e se poi le gioie sono maggiori delle angosce, beh, ottima cosa! ma che i crucci a venire non ci distruggano l'idea di perpetua gioia nella quale ci eravamo immersi.
La gioia non è per sempre, la felicità può esserlo perché non vive di sole gioie. Va vissuta con equilibrio perché i dolori possano poi tramutarsi in nuovi slanci vitali.
Son finito a parlare di felicità, perdonatemi, non era mia intenzione.
Ebbene sì, son felice e mentre vi scrivo è già mercoledì, la qual cosa aumenta esponenzialmente la mia gioia. L'A.C. e la possibilità di vedere Elisa mi mettono di buon umore. Tornando al discorso di prima, oggi potrei definirmi "felicemente gioioso". O sì, la mia Elisa! Non suona così bene, non è così melodioso questo nome? Peccato sia solo un senhal, peccato non poter pronunziare realmente il suo nome.
Ma quanto è davvero più amabile il suo nome e quanto m'è caro!
Primavera...  porta sempre un clima strano. No, non mi riferisco solo al tempo che pure è pazzo per via del mese in cui ci troviamo. Parlo piuttosto del profumo dell'aria che cambia, che è più leggero e brioso, frizzante.
L'aria primaverile è tutta particolare: è intrisa di una gioia antica.
Chissà, forse Dio, creando il mondo, iniziò proprio con la primavera.
Sì, dopotutto è un'immagine plausibile. La Terra come un vasto Eden.
Forse la primavera è l'immagine della gioia di Dio. La primavera è una bella poesia nonostante non l'abbia particolarmente a cuore. Personalmente amo molto veder fiorire i cilegi: spesso, gli alberi e la Natura tutta, mi è sembrata più felice di me che la guardavo. In molti hanno sostenuto, contrariamente a quanto dicevo all'inizio, che qualunque cosa si faccia non si potrà mai fermare la primavera. Dev'essere vero...
Ebbene, io son nato il ventidue a primavera: non ho rotte le zolle ma certamente son nato folle (per dirla alla Merini).
Il ventidue è il giorno della pazzia e marzo è il mese pazzo per eccellenza. Ricordo ancora quando dei cari amici di famiglia fermandomi mi chiesero quando fosse il mio compleanno, alla mia risposta dissero: "No, dai! Veramente su, quando sei nato?". Avevano preso la mia risposta per uno scherzo. Risposi dicendo "Il ventidue marzo, davvero!". Risero, chiusando: "Ah! Adesso si capiscono tante cose!"
Vedete, tralasciando questo evento un poco bislacco, uno dei motivi per cui non amo la primavera è la quasi perfetta coincidenza tra il suo arrivo ed il mio compleanno. Una volta la cosa mi metteva di buon umore ma oggi non più. Il mio compleanno non mi rallegra: ho persino smesso di festeggiarlo ma nessuno se ne è accorto. Non trovo più alcuna gioia da festeggiare nel giorno della mia nascita. Certo, lo considero sempre un giorno un po' particolare ma durante il quale nutro sentimenti contrastanti.
Non posso negare che una piccola gioia ancora me la susciti. La mia tristezza o il non volerlo festeggiare non sono capricci o delle trincee mentali per contrastare l'avanzare dell'età. Sono giovane, perbacco!
Non è questo il mio problema.
Beh, gli auguri, dal momento che non me li farà nessuno perché nessuno qui conosce il giorno della mia nascita e perché l'ho rimosso persino da Facebook, me li faccio da solo: auguri Claudio! Lieta gioventù ma senza troppo chiasso. Ah, non provate a lasciare auguri nei commenti domani: davvero non ne desidero. Con questo, oggi vi lascio. A presto miei amati!
A presto!
Un'ultima cosa: so che è desueto per questo blog ma sotto vi lascio un link ad un video con una magnifica canzone, molto in tema direi.
You can never hold back Spring

Vostro, Claudio


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