Terra


Non posso, miei amati, nascondervi l'amarezza che oggi riempie il mio cuore. Un'amarezza prevista, certo, ma non per questo meno dolorosa.
Questo titolo, "Terra", è riferito al nome reale di Elisa che chi fra voi, perspicace, sarà riuscito ad interpretare, ormai ben conoscerà.
Dopo molte settimane ho avuto la grazia di poterla rivedere.
Quant'è dolce contemplare la beatitudine non sapendo d'esser condannati all'inferno!
Oh, sempre ho sospettato, ma delle parole casualmente pronunziate una sera mi diedero speranza. La verità è che, nell'animo, ho sempre saputo.
Ho sempre saputo che il suo cuore già ardeva e che la mia era una vana speranza. Stolto io! Stolto a riaprire ad Amore le porte del vitale organo. Invero, Amore ha però assediato quelle porte che, già provate, hanno ceduto. Questo cuore martoriato non avrebbe comunque retto un assalto con una tale potenza di fuoco.
Sapevo, ma la conferma mi lascia così. Attonito. In questo stato. Confuso.
Lei, bella come il primo Sole, m'ha rivolto la parola per salutarmi e nei suoi occhi, fatti di gioia pura, ho ricreato me stesso ponendovi l'anima stanca a rallegrarsi d'ogni giorno speranzoso atteso in queste settimane.
Non importa cosa l'abbia tenuta via. L'ho vista e questo mi consola.
Oh, come vorrei davvero che capiste! Che capiste che ben potrei rinunciare "agli onori e agli altari", al servizio alla Patria e a Dio, perché lei possa amarmi.
Davvero darei cent'anni di questa vita, s'anche morissi ora, perché lei s'accorgesse del modo in cui la guardo.  
È stato il mio compagno di stanza a rivelarmi l'atroce verità.
Verità che già sospettavo. E a Zippora, che diversi giorni fa mi chiedeva se per paura tenessi questo sentimento segregato: questa è la risposta.
Prova ad immaginare, Zippora cara, cosa sarebbe accaduto se avessi osato parlarle apertamente. No, certo non avrei retto il colpo, mi sarei fatto estraneo da tutto ciò che me l'avrebbe potuta ricordare, anche tutte le persone, ed avrei dovuto rinunziare alla sua amicizia: unico palliativo consolatorio tra queste atroci pene. No! Come ho scritto è stato un sogno, un bel sogno nel quale persisterò perché "solo un sogno può, ora, dire ch'ella ami quel cuore di chi arde per lei".
Oggi le parole mi muoiono in gola e la tristezza m'è scesa sulle membra fiaccate dalla fatica del tempo. Soffrirà l'anima mia a rivederla.
Si contorcerà d'un vano amore muto.

Claudio

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